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Ius Scholae, Annalisa Chirico tuona: "Poi scuole chiuse per il Ramadan"

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Lo Ius Scholae, un percorso che modificherebbe le regole per la concessione della cittadinanza italiana agli immigrati, è il tema al centro del dibattito politico in questi giorni di agosto. Per il leader della Lega, Matteo Salvini, il capitolo è chiuso. "Non rientra nel nostro programma né del governo, non è una priorità", ha affermato. Di diverso parere Antonio Tajani: "Forza Italia è sempre stata favorevole allo Ius Scholae dopo un percorso scolastico di dieci anni. Nessuna spaccatura, perché attaccare gli alleati è un errore. Ognuno però ha diritto di esprimere le proprie idee, io non le impongo a nessuno, ma allo stesso modo nessuno può imporre le sue idee a Forza Italia", ha scandito sul palco del Meeting di Rimini. E l'argomento, caldo, è stato proposto agli ospiti di puntata da Roberto Poletti e Francesca Barra. Annalisa Chirico, in collegamento con lo studio di 4 di sera, è stata tra i primi a prendere la parola.

 

 

 

"L'Italia di oggi è diversa, ma questa legge ha dimostrato di funzionare. Non è un dibattito strano, ma credo che una classe politica seria debba rispettare il programma di governo", ha detto il direttore responsabile di Fortune Italia per iniziare. "Troverei elitario e più tipico di una certa cultura progressista farsi eleggere dai cittadini con un programma di governo e poi, una volta al governo, attuare politiche diverse. L'introduzione dello Ius Scholae non è previsto dal programma di governo. Gli italiani che hanno votato i partiti di maggioranza, non hanno votato per questa legge", ha continuato la giornalista. Per Chirico, "il punto centrale" della discussione, però, è un altro. "L'integrazione non dipende dalla nazionalità segnata sul passaporto. La nostra legge ci dà più garanzie dello Ius Scholae. Pensiamo alle scuole in cui si ha paura a festeggiare il Natale o in cui si decide di chiudere per il Ramadan", ha aggiunto. 

 

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