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Olimpiadi, Khelif: "Ingiusti con me ma io ho Allah". Fiume in piena coi media algerini:
Conquisterà sicuramente una medaglia alle Olimpiadi di Parigi, Imane Khelif. La pugile algerina al centro delle polemiche per il livello di testosterone superiore alla media femminile ha superato per 5-0 l’ungherese Anna Luca Hamori, accedendo così alle semifinali della categoria 66 chilogrammi e garantendosi almeno il bronzo: nella boxe non esiste finale terzo posto. Al termine del match, dominato come testimonia il verdetto unanime, Khelif è scoppiata in lacrime abbracciata dai suoi allenatori e poi ha parlato delle polemiche in cui è stata inghiottita dopo l’incontro con l’italiana Angela Carini, un match durato 46 secondi prima del ritiro dell’azzurra.
La zona mista è piena di stampa algerina e araba, ma soprattutto internazionale. Tutti vogliono parlarci, ma la pugile si concede solo ai media connazionali prima di filare via dritta per evitare le domande sul suo sesso, su Carini e sulle decisioni dell’Iba che l’aveva squalificata e del Cio che invece l’ha voluta nel torneo olimpico nonostante gli alti livelli di testosterone. "È una questione di dignità e onore per ogni donna- ha detto l’atleta dopo l’incontro, in un fiume di lacrime- Tutto il popolo arabo mi conosce da anni. Per anni ho fatto boxe nelle competizioni della federazione internazionale, loro sono stati ingiusti con me. Ma io ho Allah". In mattinata il presidente del Cio Thomas Bach (che ore prima aveva incontrato anche la premier italiana Giorgia Meloni), si è pronunciato con fermezza, chiarendo che "non c’è mai stato alcun dubbio sul fatto che le atlete fossero donne" e giudicando "l’attuale abuso online" come "inaccettabile". Ma i dubbi ci sono, eccome.
Gli ungheresi auspicano che il Cio torni sui suoi passi, come detto al termine dell'incontro da Balazs Furjes membro del comitato olimpico ungherese: "Naturalmente le gare di Parigi le gare di boxe di Parigi hanno portato a delle conseguenze per il futuro, in ogni sport, in ogni competizione. Come membri leali del Cio, siamo convinti al 100% che il Cio prenderà le decisioni necessarie, che il Cio prenderà le decisioni giuste".
"Questo tema non può essere affrontato superficialmente o ideologicamente. Quattro giorni fa ho parlato di tutela della salute ed equa competizione. In altre discipline il problema tutto sommato è un secondo o un centimetro, qui c’è uno scontro fisico", ha commentato il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi a Sportface Tv da Parigi. "Questo discorso va dunque oltre la questione burocratica del passaporto, che mantiene la sua importanza ma non affronta nella sua completezza la questione -rimarca Abodi-. Da parte mia non vedo dietrofront e penso esser stato coerente, anche se non sta a me riconoscerlo. Rifiuto una lettura di carattere politico o ideologico di fronte a queste tematiche. Tutela della salute e aiuto della scienza vanno nella stessa direzione, mi auguro che questo possa aiutare nella comprensione di un’intervista che è figlia di quella che avevo fatto prima del match". Il Ministro per lo Sport ha poi parlato dell’incontro tra Giorgia Meloni e Thomas Bach: "Italia isolata? Tutt’altro direi guardando i saluti tra Giorgia e Thomas. Lavoriamo insieme per far sì che i capisaldi olimpici possano essere rispettati, facendo tesoro di un’esperienza che per alcuni è stata dolorosa. Angela è segnata, però mi pongo lo stesso problema per l’atleta algerina".