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Feltri picchia duro sul "bluff" francese: "Più facile beccarsi il colera nella Senna che..."

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Luca De Lellis
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Hanno giocato con la salute degli atleti: c’è chi, tra loro, “preferisce dimenticare” ciò che ha visto e odorato sotto le torbide e inquinate acque della Senna di Parigi. C’è chi, invece, già avverte i primi sintomi di malessere conseguenti alla gara di Triathlon, disputatasi a forza dopo due giorni di rinvio a causa dei batteri presenti nel fiume, nel tentativo estremo di dimostrare che il miliardo e mezzo elargito dai cittadini francesi per purificare le acque della Senna non è andato sprecato. Per Vittorio Feltri non v’è dubbio: si tratta di una delle tante catastrofi commesse dagli organizzatori delle Olimpiadi 2024 di Parigi, quindi dal governo francese, che ha messo su dei “Giochi Olimpici disastrosi”. Il parere del direttore editoriale de Il Giornale, espresso nella consueta rubrica di risposte ai lettori - La Stanza di Feltri – per rimanere in tema, è tranchant. 

 

 

 

Feltri picchia duro, puntando il dito contro una gestione piuttosto controversa ed esecrabile della questione inquinamento della Senna: “Il luridume che possiamo trovare nei mari è nulla rispetto a quello che si concentra nella Senna, su cui si affaccia un'area metropolitana, quella parigina, popolata da oltre dodici milioni di persone. L’investimento da oltre un miliardo di euro non è servito e non mi capacito di come gli organizzatori abbiano potuto prima sospendere le competizioni, proprio a causa dell'inquinamento del fiume, e poi, all'improvviso, autorizzarle, come se la Senna non fosse più avvelenata e contaminata da un giorno all'altro, anzi da un'ora all'altra”. Con tutto ciò che ne consegue rispetto non solo alla salute degli atleti, ma anche alla loro concentrazione e alla validità stessa delle gare. E’ proprio per tale ragione che il direttore de Il Giornale non esita dal definire il comportamento delle autorità francesi “un bluff, una farsa”. 

 

 

La questione è stata sin troppo sottovalutata, da tutti, persino dagli atleti. Per carità, nessuno meglio di loro può percepire l’importanza di una competizione come l’Olimpiade, che arriva ogni 4 anni, e che pone fine a una serie di sacrifici che costellano il percorso di ognuno. Tuttavia, sembra evidente come il diritto alla salute valga più di una gara, e che un ammutinamento generale avrebbe forse condotto gli organizzatori a virare sul piano B. Quelle acque, piene di batteri fecali come l’Escherichia Coli e di altri agenti chimici, stanno provocando e continueranno a provocare numerosi malesseri quali febbre alta, diarrea, vomito, dolori addominali, spossatezza, così come altri sintomi più gravi tra cui infezioni alla pelle e agli occhi. “Di tali pericoli – accusa Feltri – sono ben coscienti gli organizzatori, i quali, tuttavia, per esigenze di organigramma hanno trascurato il dovere supremo di tutelare la salute pubblica, ovvero la salute di centinaia di sportivi, i quali hanno fatto il bagno nella fogna e inevitabilmente ingerito quell'acqua tossica”.

 

 

Feltri, in punta di penna, consiglia ai francesi un bagno di umiltà: “Penso proprio che la Francia, che pure pare soffrire di una irrimediabile sindrome di superiorità, non possa dare lezioni di rispetto, di igiene e di civiltà ai suoi vicini. Basti tenere conto del fatto che i francesi, che pure sembra abbiano inventato il bidet, non lo adoperano, tanto che le abitazioni ne sono sprovviste. Insomma, è più facile beccarsi il colera nella Senna che trovare un bidet a Parigi”. Intanto, ci si augura – facendo leva sul buonsenso degli organizzatori - che per le gare della 10 Km di nuoto venga scelta una location differente dalla sporca e pericolosa Senna.

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