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Khelif-Carini, Giubilei non si tiene: "Distrutti decenni di battaglie per le donne"

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Una manciata di secondi e non di più: è questo il tempo della durata dell'incontro olimpico di boxe di giovedì 1° agosto tra l'algerina Imane Khelif e l'italiana Angela Carini. L'atleta azzurra è salita sul ring nella categoria 66 kg welter, poi ha annunciato, in lacrime, la decisione di ritirarsi contro la rivale iper-androgina. "Ero salita sul ring per combattere. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e ho detto basta", ha spiegato Carini. La scelta ha riacceso il dibattito sul grado di inclusività nelle competizioni agonistiche ad alto livello e ha dato il via a scontri social sulla follia woke. Se ne è discusso a L'aria che tira, il programma di politica e di attualità che va in onda tutte le mattine su La7. "Imane Khelif non è un uomo, non è un trans, è una donna", ha detto il conduttore Francesco Magnani rivolgendosi a Francesco Giubilei. 

 

 

"L'atleta algerina ha un testosterone superiore rispetto alla media femminile e ha dei cromosomi maschili tant'è che la federazione internazionale del pugilato non ha ammesso la sua partecipazione a parte delle competizioni ai mondiali e poi è stata ammessa, in modo ingiusto, alle Olimpiadi", ha ricordato il direttore del movimento di idee “Nazione Futura”. Il punto, però, secondo l'ospite, è un altro. "Noi siamo qui a fare un dibattito in tutto l'Occidente e in Italia per cui bisogna dire la al posto di il, bisogna stare attenti al pericolo del patriarcato e poi, fattivamente, consentiamo a un'atleta che ha cromosomi maschili di prendere a botte una donna e lo facciamo distruggendo decenni di battaglie di diritti per le donne", ha aggiunto. 

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