Khelif-Carini, che duello tra Giubilei e Magi: "Vergogna" "Presa a botte una donna"
Un episodio di sport, o meglio di “ring”, che nulla avrebbe dovuto avere di politico, alla fine si è politicizzato. Il caso che ha coinvolto le due pugili - l'algerina Imane Khelif e l'italiana Angela Carini – nei quarti di finale della categoria 66 kg welter delle Olimpiadi di Parigi 2024 si è rapidamente trasformato in terreno di battaglia tra due fronti “politici” opposti: chi si è schierato dalla parte della pugile napoletana, ritiratasi dopo soli 46 secondi a causa di un pugno sul naso incassato dall’atleta avversaria, affetta da un iper-androginia che le offre un vantaggio rispetto alle sue contendenti. E chi, d’altro avviso, crede che questo “difetto” fisico non dovrebbe portare a una discriminazione dell’algerina, ergo a una sua esclusione dalle gare. Nel corso della puntata di L’Aria Che Tira, in onda su La7 venerdì 2 agosto, la discussione è sfociata in uno scontro tra Francesco Giubilei e Riccardo Magi.
Angela Carini appende i guantoni al chiodo dopo le polemiche. “Ciao boxe”
Il direttore del movimento di idee “Nazione Futura”, di stampo conservatore, si è detto indignato rispetto a quanto accaduto ad Angela Carini, unendosi al coro di Giorgia Meloni e Matteo Salvini nella “difesa del diritto delle donne di poter competere ad armi pari all’interno di una gara sportiva come l’Olimpiade”. Secondo il segretario di +Europa, invece, tutta questa battaglia ideologica è “una strategia orchestrata e montata ad arte dalla destra che ha creato una pressione enorme su una competizione sportiva”. Ed è per tale ragione, sostiene a gran voce Magi rivolgendosi all’altro ospite del conduttore Francesco Magnani, che “vi dovreste vergognare”. Ma la replica di Giubilei non si fa attendere: “No, si dovrebbe vergognare chi ha consentito all’atleta algerina di gareggiare pur conoscendo il suo vantaggio, condendogli di prendere a botte una donna”. Magi non ci sta e contrattacca, imputando alla destra di aver definito la pugile algerina “un uomo” durante una seduta alla Camera. Un’atleta che uomo, però, non è.