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Olimpiadi, Capezzone travolge Boldrini e compagni: "Una testa così col femminismo e poi..."

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La sinistra che innalza il totem dell'inclusività a prescindere, neanche a dubitarne, tra Angela Carini e Imane Khelif non sta di certo con la pugile italiana, ma con l'atleta algerina. L'immagine del ritiro dell'azzurra sul ring delle Olimpiadi di Parigi dopo pochi secondi ha fatto il giro del mondo. La nordafricana, viene riportato, è intersessuale, ossia presenta caratteri sessuali anche maschili, e il suo organismo presenta un'alta produzione di testosterone. Già estromessa dai mondiali di boxe femminili, il Cio l'ha ammessa ai Giochi. Se ne parla nella puntata di giovedì 1 agosto di 4 di sera, su Rete 4, e dopo l'europarlamentare del Pd, Brando Benifei, prende la parola Daniele Capezzone che replica al politico e ai suoi colleghi dem. "È una strada contromano, vi schiantate" afferma il direttore editoriale di Libero. Il fatto è che "questo è uno dei casi in cui tutti gli italiani vedono una cosa sola, mentre voi cercate di coprire questa realtà con le vostre parole e con cortine fumogene".

 

Qual è la realtà che gli italiani hanno visto chiaramente? "C'è stata una competizione sportiva in cui qualcuno aveva forza maschile e qualcun altro aveva forza femminile, e tutte le persone ragionevoli e non ideologizzate capiscono che questa è una cosa ingiusta - argomenta Capezzone - e oltre che essere ingiusta, essendo uno sport di contatto dove si colpisce la testa dell'avversario, è una cosa pericolosa. È chiaro il concetto?". 

 

Insomma, l’atleta algerina, che merita il rispetto di tutti, "è una donna che ha una produzione di testosterone su livelli maschili e questo è pericoloso In uno sport di contatto", continua Capezzone che insiste su un punto "che si porta via le chiacchiere di Laura Boldrini", che oggi a La7 ha detto che Carini deve sapere che i pugni fanno male... "Ma cosa che vai a fare pugilato con uno che ha la forza maschile? Ma siamo pazzi?", attacca il giornalista che poi cita le parole di Martina Navratilova, leggenda del tennis. "Ha definito deplorevole questa roba, in questo modo si ammazza lo sport femminile - conclude Capezzone - e ad ammazzarlo sono quelli che ci hanno fatto una testa così col femminismo e coi diritti delle donne". 

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