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Olimpiadi di Parigi, Meloni incontra Carini: "Gara non ad armi pari"

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L'ingresso sul ring è accompagnato dalle note di 'Nel blu, dipinto di blu', uscite dalle casse della Arena Paris Nord rigorosamente in italiano, ma rispetto alla celebre strofa di Domenico Modugno (“felice di stare lassù”) Angela Carini non può dirsi contenta di essersi ritrovata faccia a faccia con Imane Khelif. Attorno alla pugile algerina - estromessa dall'ultimo Mondiale dalla federazione internazionale di boxe per un livello di testosterone sopra la media, ma ammessa regolarmente dal Cio ai Giochi - nelle ultime 48 ore si è creata una polemica politica che ha finito con l'affossare prima di tutto la pugile campana, che ha detto basta dopo appena 46 secondi. Tanta la tensione accumulata in un match uscito dai binari sportivi, “troppo pesanti” a detta dell'azzurra i colpi portati dall'atleta nordafricana, quinta alle Olimpiadi di Tokyo e arrivata in Francia con il “bisogno” di raccogliere una medaglia dopo “quasi otto anni di preparazione”. E mentre sugli spalti sventolano le bandiere algerine, sul quadrato si consuma il dramma di Carini. Inginocchiata al centro del mondo, con la testa al papà che non c'è più, subito dopo essersi ritirata. "Non me la sono più sentita di combattere dopo il primo minuto. Ho iniziato a sentire un dolore forte al naso. Non è da me arrendermi – ha detto l'azzurra in lacrime subito dopo l'incontro - Io sono salita sul ring per mio padre, se mi sono fermata l'ho fatto solo per la mia famiglia".

 

Carini evita di fare polemiche (“non sono nessuno per giudicare, se questa ragazza è qui ci sarà un motivo”) limitandosi a dire di aver “sentito troppo dolore oggi”, il direttore tecnico della federazione azzurra chiarisce che “qui oggi non c'è stata premeditazione” e aggiunge che la boxeur di Napoli era alle prese con una infiammazione al naso e stava prendendo antibiotici. Per come sono andate le cose “avrei preferito non salire sul ring- spiega il dt Emanuele Renzini - Ho immaginato un'altra fine per questa situazione". Anche perché la modalità della sconfitta dell'azzurra non fa che divampare ancor più la polemica.

 

La premier Giorgia Meloni, ospite a Casa Italia a Parigi dove ha anche incontrato Angela Carini dopo il ritiro, parla di “gara non ad armi pari" e spiega di non essere “d'accordo con la scelta del Cio, perché è un fatto che con dei livelli di testosterone nel sangue dell'atleta algerina la gara in partenza non sembra equa”. L'incontro è avvenuto nella venue del judo, dove la premier ha assistito al trionfo di Alice Bellandi, medaglia d'oro nella categoria dei 78 kg.

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