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In Onda, Rampini fa arrabbiare Aprile: "Lobby potentissima e cattivissima"

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Il tema del giorno è quanto accaduto alle Olimpiadi di Parigi, dove la pugile azzurra Angela Carini si è ritirata dopo pochi secondi nel combattimento contro l'algerina Imane Khelif, nata donna ma con caratteristiche genetiche maschili. Un caso di intersessualità che incide, ovviamente, sulle prestazioni atletiche.Nel corso della puntata di giovedì 1 agosto di In Onda, su La7, l'editorialista del Corriere della sera Federico Rampini viene chiamato a descrivere il dibattito sull'inclusività di genere negli Usa alla luce delle prossime elezioni presidenziali e delle vistose distanze politiche tra i candidati Donald Trump e Kamala Harris. È un "tema non caldissimo ma c'è, e più che Trump riguarda Harris", spiega il giornalista. 

 

Rampini ricorda che nelle università americane si sono moltiplicati i casi di "atleti che hanno cambiato sesso, maschi diventati femmine, e che hanno ottenuto il diritto di competere nelle squadre femminili. Ci sono state delle rivolte e questo è un tema che in America divide la sinistra della destra". In questo contesto, "vedo più una vulnerabilità di Kamala Harris" per via degli "eccessi della lobby transgender, potentissima e cattivissima, che è arrivata a punte di aggressività altissime", spiega il giornalista che cita il caso di J. K. Rowling, l'autrice di Harry Potter minacciata di morte per le sue critiche all'inclusività esasperata. 

 

Riferimento politico della lobby, Rampini continua a chiamarla così oltre che comunità, transgender e Lgbtq+, è proprio Harris, rimarca il giornalista, accusata tra l'altro di voler imporre nuove forme di colonialismo all'Africa quando chiede di importare gli stessi standard americani su diritti e inclusività. A quel punto Marianna Aprile, conduttrice del programma insieme a Luca Telese, ha uno scatto: "Ma perché chiamarla lobby, possiamo chiamarla comunità?". Rampini non si scompone: "Chiamiamola comunità - ribatte - ma uso la parola lobby perché ha un fortissimo potere di pressione sul Partito Democratico americano". 

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