Piero Fassino e il "profumo-gate": proposto un risarcimento di 500 euro
Svolta sul caso di Piero Fassino? Il deputato del Pd è stato formalmente iscritto nel registro degli indagati per la vicenda relativa al presunto furto di un profumo il 15 aprile scorso in un negozio del Duty Free dell'aeroporto di Fiumicino e ora, in fondo a questa strana storia, potrebbe essere scritta la parola fine. Come riporta Repubblica, il giudice di Civitavecchia deciderà se accettare o meno la proposta di Fulvio Gianaria, avvocato dell'ex ministro, di estinguere il reato di tentato furto con una riparazione pecuniaria di 500 euro. "Abbiamo deciso così per non affrontare un processo e la sua portata mediatica", ha detto il legale. Il video che accusa Fassino sul profumo Chanel "è molto equivoco, sembra che siamo davanti a una dimenticanza", ha aggiunto.
Fassino, il giallo dell'accordo: "Nessuna trattativa" per evitare il processo
Il filmato, in realtà, sembrava smentire la versione di Fassino. Il suo avvocato già ai tempi dell'accusa aveva parlato di aggressione mediatica e, secondo le testimonianze dei lavoratori del duty free 25 del Terminal 1, l'episodio della mattina del 15 aprile alle 10,30 non è stato l’unico di quel genere. La storia è iniziata quando un profumo da 100 euro è stato “appoggiato” nella tasca del giaccone e l’allarme antitaccheggio ha iniziato a suonare. A quel punto, il vigilante si è avvicinato al politico dem e lui ha spiegato di aver ricevuto una telefonata e di essersi distratto. “Avendo il trolley in mano e il cellulare nell’altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse”, ha dichiarato. Dalle immagini della videosorveglianza, però, era emerso che Fassino, al momento del gesto, non aveva il telefono in mano.