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Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, Paolo Crepet a valanga: "Vuoto esistenziale"

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"Quel delitto è maturato nell'assoluta solitudine": Paolo Crepet, che fin dai primi attimi di terrore in cui nulla si sapeva di Giulia Cecchettin ha seguito e commentato la vicenda, è tornato ospite a Pomeriggio Cinque per analizzare ancora una volta che cosa può aver fatto scattare nella testa dell'omicida reo confesso Filippo Turetta il desiderio di provare a possedere la ex fidanzata fino a ucciderla. "La solitudine di un ragazzo, che manda centinaia di messaggi a una ragazza per due anni, e di una ragazza, che ha ricevuto e forse avrà anche risposto in parte a centinaia di messaggi in due anni", ha spiegato lo psichiatra in collegamento con lo studio della trasmissione di informazione e di attualità. 

 

 

 

Il dibattito è stato reso necessario dalla diffusione delle frasi che Nicola Turetta ha detto al figlio in carcere e che, una volta rese note, hanno scatenato un'ondata di indignazione generale. Per il celebre psichiatra, "queste due solitudini sono spaventose". Cosa sta succedendo tra i giovani? Perché è sempre più diffusa la violenza? "Noi viviamo in questa solitudine, non solo quei due ragazzi. Noi viviamo in una solitudine digitale. Possibile che non ci sia un amico, una persona che ci dice 'Smettila, chiudete questo rapporto, ti aiuto, andiamo a parlarci'", ha continuato l'esperto. "Possibile che tutto questo avvenga in un vuoto esistenziale assoluto?", ha chiesto ancora. 

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