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Turetta, “enorme pena, ma effetto contrario”. Lo psicanalista e l'errore del padre

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Si continua a discutere dell’intercettazione e delle parole pronunciate dai genitori di Filippo Turetta nel colloquio con il figlio. L’analisi di Repubblica è affidata a Luigi Zoja, psicanalista e sociologo: “Quel padre mi fa pena. Una enorme pena. Capisco la sua angoscia, il timore che il figlio assassino possa fare un gesto estremo. Ma non è certo provando a minimizzare l’orrore del femminicidio di Giulia Cecchettin che eventualmente lo salverà. Anzi l’affetto può accecare. Non esiste consolazione per quello che è accaduto. Francamente credo che in questo momento chi ha davvero bisogno d’aiuto siano i genitori e il fratello di Filippo Turetta, più che Turetta stesso. Pubblicare quel colloquio - sottolinea - è stata una violenza, un corto circuito sia del sistema dell’informazione che di quello giudiziario”.

 

 

“Io leggo in quelle frasi, terribili, la tendenza contemporanea dei genitori a trovare attenuanti a ogni azione dei figli, anche i più estremi. Padri che anticipano i desideri dei ragazzi, che soddisfano ogni loro bisogno anche non espresso, che li giustificano sempre e comunque. Quel padre da una parte mi fa pena, dall’altra mi sembra figlio di quel familismo amorale di cui la società italiana è ancora malata. Sono d’accordo con Elena Cecchettin, c’è una normalizzazione sistematica della violenza”. “Sembrerà banale, ma devono chiedere aiuto. C’è una famiglia da ricostruire con questo immenso dolore sulle spalle”, il consiglio finale di Zoja alla famiglia Turetta dopo la polemica per le parole del padre Nicola.

 

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