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Emanuela Orlandi, l'ex pm Capaldo si sbilancia: “Chi era davvero l'Americano”

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Con il Vaticano «non c’è stata una trattativa. C’è stata una richiesta di collaborazione formulata da loro alla quale io ho risposto positivamente chiedendo una collaborazione attiva da parte loro». Sono state queste le parole di Giancarlo Capaldo, già procuratore aggiunto presso la procura della Repubblica di Roma, contitolare, dal 2009 al 2015, del procedimento relativo alla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori nel corso dell’audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sui casi delle due ragazze, ritornando dall’incontro con l’allora capo della Gendarmeria vaticana e il vice in procura. Come ha ribadito già nella scorsa audizione, Capaldo ha raccontato che «loro sono venuti da me» su «input superiore» perché «idea della Segreteria di Stato» era l’apertura della tomba di De Pedis nella Basilica di Santa Apollinare. 

 

 

Capaldo, rispondendo a chi gli ha chiesto se l’incontro sia stato registrato, ha anche sottolineato che «il procuratore ogni giorno riceve la polizia nelle sue stanze» e «questi incontri non sono mai verbalizzati, non fanno parte degli atti processuali». 

 

 

«Io riterrei non impossibile anzi estremamente probabile che Accetti abbia conosciuto Emanuela Orlandi perché gravitava su piazza Navona e piazza delle Cinque Lune che era la zona in cui gravitava lo stesso Accetti» e «Accetti fermava tutte le ragazze», ha proseguito Capaldo. Accetti «dal mio punto vi dista probabilmente ha depistato perché io ritengo che con probabilità l’Americano’ si possa identificare in Accetti», ha detto il magistrato, ricordando di averlo incontrato quando «nel marzo 2013 venne da me». «Le prime dichiarazioni di Accetti furono che era stato in Francia dove aveva incontrato Emanuela Orlandi in vita - ha raccontato Capaldo - questo incontro sarebbe avvenuto nel febbraio precedente». Accetti disse che il motivo per cui si era deciso a raccontare la vicenda è «sia perché aveva incontrato Emanuela viva sia perché, con il cambio del Papa - era stato eletto Papa Francesco - poteva pensare a un cambio, a un’apertura della curia romana e voleva inserirsi con le sue verità in questa vicenda».

 

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