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Inchiesta sui dossier dell'Antimafia, Cerno: "Esiste un bancomat che emette informazioni"

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Rita Cavallaro, insieme a Brunella Bolloli, ha dedicato il libro "Il «verminaio». L'inchiesta sui dossier dell'Antimafia" all'attività di dossieraggio attraverso banche dati della Direzione nazionale antimafia, svolta ai danni di numerosi personaggi appartenenti al mondo della politica (per lo più del centrodestra), dello spettacolo e dello sport e al centro dell'indagine della procura di Perugia. Il direttore de Il Tempo Tommaso Cerno, intervistato in occasione della XII edizione del Festival Passaggi, ha fatto il punto dell'inchiesta e spiegato qual è il lavoro del vero giornalista. "Scopriamo con questo libro che la base di ogni racconto giornalistico, la cronaca, dal greco chrónos ‘tempo’, viene invertita: per la prima volta nella storia d’Italia, prima dei fatti succedono le inchieste. Questo significa che esiste nel nostro Paese un grande bancomat che non emette denaro ma informazioni e che qualcuno in certi momenti chiave della storia politica italiana ha la tessera", ha scandito.

 

 

La domanda, la cui risposta potrebbe corrispondere alla chiave di volta, secondo Cerno, è: "Questa tessera ce l'abbiamo perché l'abbiamo trovata? Ce l'abbiamo perché siamo i più bravi o ce l'abbiamo perché qualcuno ci autorizza od obbliga a usarla? Questo qualcuno chi è? La ricerca del mandante sta tutta in questa domanda: chi ti dà la tessera e perché?". "Possiamo provare a immaginare chi può non averla in questo momento. Le coincidenze hanno voluto che l'emersione di questa indagine, che oggi è nelle mani del Procuratore di Perugia Raffaele Cantone, abbiano colpito solo esponenti del centrodestra. In quel momento il centrodestra era più forte, stava andando al governo. Ma perché la sinistra non ha parlato? Se qualcuno ti dice 'La casa vicino alla tua sta bruciando' e tu non corri a vedere se brucia anche la tua, significa che tu lo sai che la tua non sta bruciando. L'altra domanda è: se il mandante non sappiamo chi è, come possiamo immaginare che non sia vicino a chi non aveva paura di lui?", ha continuato il direttore de Il Tempo. 

 

 

"Il gioco democratico è stato alterato alla vigilia del voto del Quirinale. L'uscita dei dossier aveva una coincidenza che mai nella storia della Repuublica era stata così vicino al Capo dello Stato. Quante cose abbiamo riletto della cronaca italiana che pensavamo fossero state casuali e invece avevano un filo rosso?", ha proseguito. I giornalisti, ha chiarito Cerno, "fanno il loro mestiere". Ci sono però dei distinguo da fare. "Tra un giornalista che copia una dichiarazione di un politico e uno che ruba una notizia, forse è peggio quello che copia. Ci si aspetta da questi giornalisti un'inchiesta, altrettanto vigorosa, sul perché proprio loro erano quelli che avevano in mano questa tessera. Il giornalismo d'inchiesta esiste, ma tende a volersi manifestare troppo spesso. Un'inchiesta al giorno non può corrispondere né alla capacità di ricerca né alla profondità dell'argomento", ha concluso. 

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