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Feltri sconsolato: Roma e Milano flop grazie ai disastri di Gualtieri e Sala

Vittorio Feltri
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C’è una ragione per cui un sindaco perde popolarità e scivola in fondo alla classifica degli amministratori più apprezzati. È accaduto a Beppe Sala a Milano (finito al 19esimo posto dopo il podio dello scorso anno) ed anche al primo cittadino di Roma Roberto Gualtieri. Scarso appeal, incapacità di risolvere i problemi, talvolta mancanza di visione. Molto spesso però è banale sottovalutazione delle emergenze o l’idea miope e peregrina che l’allarme sicurezza non esista e sia un problema che assilla soltanto la destra con la sua smania di militarizzare le strade e i suoi rigurgiti mai sopiti di ordine e controllo. Riconoscere che larga parte dei problemi legati all’ordine pubblico è determinata da una fetta di popolazione immigrata che non si integra, non si adegua e non riesce a trovare il proprio posto nell’Italia che tutti accoglie e nessuno frena è una pioggia di realismo che una certa sinistra, specie quella al potere, non può permettersi.

 

 

Vivo a Milano da parecchio tempo ma mi capita di andare a Roma con una certa frequenza e so che il problema borseggi è diventato un cancro di questa nostra capitale al pari di Milano, al punto che i ministeri degli esteri americani e di Tokyo avvertono i turisti delle piazze pericolose e dei luoghi da evitare. Stazione Tiburtina, Colosseo, Fori Imperiali sono le mete obbligatorie di chi arriva a Roma e la vuole visitare ma diventano buchi neri dove si deve andare muniti di tutte le precauzioni. A Milano sono le donne di etnia rom a spadroneggiare: si muovono rapide tra Duomo e la Stazione Centrale, indossano abiti borghesi e sorrisi accattivanti e hanno la mappa della città in vista e la mano pronta ad afferrare i portafogli. A Roma invece sono bande di stranieri, per lo più sudamericane, che salgono sui treni più affollati, prendendo di mira turisti ingenui e persone fragili. Se ne danno di santa ragione per il controllo delle banchine e se osi intervenire sei finito. Il video del pugile che insegue i borseggiatori cercando di fermarli hanno fatto il giro della rete, la gente lo vede come un paladino degli oppressi e ha ragione da vendere. Mentre la povera ragazza rom incinta pestata e presa a calci nel corpo di madre perché voleva ribellarsi alla bieca legge delle ruberie e al giogo assurdo dei maschi-padroni ha creato sconcerto e mosso a commozione il mondo. Spesso poi sono i più fragili a essere colpiti da questa criminalità spicciola e opprimente, gli anziani che magari si muovono lenti tenendo gli occhi puntati sul display per non perdere la fermata e incollano la borsa al petto per salvare i pochi spiccioli di pensione appena prelevati.

 

 

 

Le persone hanno il diritto di vivere in città sicure. Di camminare per strada e non sentirsi minacciate. Degrado e insicurezza non fanno di una città una capitale internazionale e senza barriere come qualcuno vorrebbe farci credere. Sono segnali di debolezza e spie di una politica evidentemente incapace di gestire le emergenze. Milano e Roma poi si somigliano sempre di più. Stesse buche per le strade. Stesso traffico immortale e a volte immorale. Stesso degrado delle periferie che si allungano in viali di cemento tutti uguali invocando attenzione e progetti. Finisci per perderti se non afferri una mano. Certo, l’emergenza rifiuti non è neppure paragonabile tra la città della madonnina e la città eterna. A Roma la bellezza convive e fa rima con la monnezza e si trascina una serie infinita di effetti collaterali, l’anno scorso c’erano i cinghiali a godersi lo spettacolo, quest’anno i gabbiani che fanno la posta ai bidoni della spazzatura e non si arrendono alla maestosità dell’urbe. A Milano invece le strade sono linde e ogni passo improntato alla sostenibilità. Ma se arriviamo al capitolo sicurezza scopriamo che la distanza si assottiglia. E anche il modo di affrontarla. Sala ha chiamato l’ex capo degli 007 Franco Gabrielli. A Roma, l’incombenza è toccata all’ex pm Francesco Greco. Attendiamo e auspichiamo rivoluzioni da loro ma siamo alquanto scettici. Roma peraltro si prepara al Giubileo. L’evento per definizione. La capitale caput mundi e tutti gli altri ad ammirarla incantati. Come è possibile presentarsi agli occhi del mondo con il megafono che invita i visitatori a guardarsi dai borseggiatori anziché guardare i monumenti? La grande bellezza che vacilla. E non basterà una benedizione papale a rendere più lieve la piaga. Servirebbe un miracolo... Ma questo attiene ai santi.

 

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