il colloquio

Trump visto da Luttwak: “Vi racconto come cambierà Don. Basta estremismi, piacerà all’Ue”

Edoardo Sirignano

«Quest’evento cambia i toni della prossima campagna elettorale. Donald Trump abbandona gli estremismi e sposa la causa moderata. Ciò avrà conseguenze anche in ambito internazionale, a partire dal rapporto con Giorgia Meloni». A dirlo Edward Luttwak, politologo e saggista statunitense.

In queste ore fioriscono le teorie del complotto. Chi c’è dietro questo attentato?
«Chi ha sparato era un pazzoide. Le restanti teorie sono stupidaggini per riempire qualche pagina di giornale. Il suo atto, piuttosto, ha chiare conseguenze politiche».

Quali?
«Il presidente Joe Biden smetterà di sostenere che questa non è un’elezione normale. Non ascolteremo più la baggianata per cui se vincerà Trump morirà la democrazia. La seconda conseguenza, invece, riguarderà il fronte conservatore. Donald, per forza di cose, abbandonerà le frange più estreme del suo schieramento».

Ci sarà, dunque, una svolta nella campagna elettorale dei repubblicani?
«Trump fra i super-trumpisti e i repubblicani normali, ultimamente, sembra propendere per i secondi. Questo incidente porta alla certa condanna a morte dell’isterismo politico. Si avverte l’esigenza di riportare il confronto in un clima di normalità. Nessuno dirà più se vince il mio sfidante ci sarà la fine del mondo».

 


Cosa cambia, invece, tra le file dei moderati?
«Biden sarà ancora di più il candidato. Ha preso subito l’iniziativa. Ha chiamato Trump. Ha accettato le responsabilità per aver incitato certi estremismi. Resterà presidente fino alle elezioni, che però saranno vinte da Trump».

In base a cosa ritiene ciò?
«Nel pericolo, ha dimostrato la sua autenticità. Pur essendosi presentato sempre come un coraggioso, le persone quando vengono colpite da un proiettile cambiano. Lo dice chi è stato per tre volte in guerra. Donald, al contrario, pur essendo ferito, si è alzato prontamente per rassicurare la folla. Ciò rende il suo cammino verso la Casa Bianca in discesa».

Se vince Trump come cambierà la politica estera statunitense?
«Biden ha sempre insultato Vladimir Putin, mentre Trump ha manifestato rispetto nei suoi confronti. Ragione per cui il Cremlino potrà accettare la sua proposta di pace. In Medio Oriente, invece, non ci sarà più ambivalenza nell’appoggiare Israele. Si dirà all’Iran: se non la smetterete di appoggiare Hamas ed Hezbollah ci saranno conseguenze gravi, come sul petrolio che Teheran esporta. I conservatori propenderanno verso l’appoggio totale al premier Benjamin Netanyahu. Vogliono che vinca questa guerra».

 

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Una svolta è prevista anche per quanto concerne la politica interna?
«In tal senso, non vedo grosse rivoluzioni. A differenza, di come qualcuno sostiene in Europa, il modello americano funziona. La crescita è rapida. I giovani trovano lavoro in un giorno e i redditi aumentano. Perché stravolgere qualcosa che funziona?».

Cosa cambierà, invece, nei rapporti con l’Europa?
«Un Trump più moderato, a partire dall’Italia, piace di più. Detto ciò, il Tycoon è convinto che gli europei fanno solo finta di appoggiare la Nato. Trasferiscono i soldi all’industria bellica, ma poi non addestrano le truppe. Che senso ha, ad esempio, per il vostro Paese avere qualche nave in più, se non c’è chi combatte».

Ritornando all’incidente, invece, cosa non ha funzionato per quanto concerne la sicurezza?
«I servizi segreti hanno commesso un errore tecnico. Ragione per cui salterà il capo dei servizi segreti. Qualcuno, d’altronde, dovrà assumersi delle responsabilità. Stiamo parlando di un individuo che è stato capace di colpire, con precisione, a 150 metri di distanza. Non tutti possono farlo.
Non è stato controllato un tetto, da cui un tiratore esperto poteva essere una minaccia. Doveva esserci un controllo, che non c’è stato».