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In Onda, Lerner e l'analisi del dopo attentato a Trump: “Usa sull'orlo del collasso”

Gabriele Imperiale
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L’attentato a Donald Trump colpisce Joe Biden e il suo difficile cammino verso le elezioni di Novembre. Ma c’è molto di più dietro le vicende di Butler e gli spari che hanno mancato per pochi centimetri la testa del candidato repubblicano alle prossime elezioni presidenziali. L’azione solitaria di Thomas Matthew Crooks ha reso drammaticamente evidenti, secondo Gad Lerner, gli scricchiolii della democrazia americana e le possibili avvisaglie di una potenziale guerra civile alle porte. 

 

 

Ospite di Marianna Aprile e Luca Telese a In Onda su La 7, Lerner ha sottolineato poi un aspetto che spicca su tutto il resto. L’attentato “ci dice anche come centrale sia il corpo del capo. Il contrasto tra i due corpi è emerso in quella fotografia – dice ricordando l’immagine ormai diventata iconica di Trump con il pugno alzato, che arringa la folla pochi secondi dopo l’attentato con una bandiera americana che gli sventola sopra la testa –. Cosa ha gridato Trump rivolgendosi alla folla? È una parola che è ripetuta. Combattimento, è quella la sua chiave da quattro anni”. 

 

 

Il giornalista allarga il suo ragionamento: “Non ha mai riconosciuto la validità della vittoria elettorale che ha riportato Biden da presidente alla Casa Bianca – spiega –, nel marzo scorso dichiarava nei comizi ‘se perdo io, in America ci sarà un bagno di sangue’. Questo è il clima nel quale, fortunatamente, si è salvato la vita per pochi millimetri”. Poi chiude il suo ragionamento, guardando al futuro della politica americana e a cosa porterà l’attentato oltreoceano: “Rischia di degenerare non tanto la figura di Biden, che era già debole ed è molto complicato sostituirla, ma rischia di degenerare non dico in una guerra civile ma in una totale crisi della democrazia liberale e del sistema americano”.

 

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