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In Onda, Di Bella evoca il complotto su Trump: “Molte zone d'ombra”

Gabriele Imperiale
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Ci sono molte zone d’ombra nell’attentato a Donald Trump. Errori su errori nella gestione del comizio e nell’incapacità resasi drammaticamente evidente dei servizi segreti di proteggere il candidato repubblicano e di prevenire gli spari che hanno insanguinato il palco di Butler. E per queste responsabilità, qualcuno dovrà pur pagare. Ne è convinto Antonio Di Bella, storico volto Rai ed esperto delle vicende statunitensi, che ospite di In Onda su La 7, fornisce un quadro inedito della vicenda. 

 

 

Sollecitato dalla conduttrice Marianna Aprile, racconta innanzitutto a quali momenti della storia americana ha pensato quando ha visto le prime immagini dell’attentato al tycoon: “Kennedy, Reagan, Lincoln – racconta il giornalista – la violenza che irrompe nella politica americana e cambia la storia. E poi il complottismo che già si scatena, pro e contro”. Poi i dubbi sulla vicenda: “E infine, se si è complottisti o no, ci sono molte zone d'ombra. L’incapacità di proteggere un presidente – Di Bella spiega nel dettaglio il suo pensiero – cito Elon Musk, per non citare anonimi twittaroli, che dice ‘o è deliberato o è incompetenza’, in ogni caso ci vogliono delle dimissioni dei servizi segreti”. 

 

 

Un commento duro quello del giornalista che poi, analizzando la foto di Trump con il pugno alzato che arringa la folla, svela di più sulle implicazioni che l’attentato avrà sulla campagna presidenziale: “La foto secondo me diventerà un’icona purtroppo per il vecchio Biden – spiega Di Bella –. La forza, la rabbia, il ‘fight’ col pugno di Trump rendono secondo me la Casa Bianca più vicina a Trump che a Biden, ancora di più dopo questo fatto”.
 

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