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“Trump presidente comandante e combattente”. Cerno, cosa cambia dopo l'attentato

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La notizia del giorno è indubbiamente l’attentato a Donald Trump, colpito all’orecchio destro dagli spari di un 20enne, poi ucciso dai servizi segreti statunitensi. Il Tg4 va in onda con uno speciale nella giornata di domenica 14 luglio e tra i presenti per analizzare quanto successo e le conseguenze dell’attacco all’ex presidente Usa c’è Tommaso Cerno. Il direttore de Il Tempo legge così i primi momenti successivi al ferimento del tycoon, con l'immagine iconica del pugno alzato: “È un'immagine che assolutamente passerà alla storia, compaiono nitide davanti a noi, nell'immediatezza di questo attentato, le figure della contesa americana. Trump entra da questo momento nel pieno dell'immaginario del candidato presidente ed esce dal suo luogo di essere quello che provava in tutti i mdoi a ritornare, arrampicandosi sui repubblicani. È la vittima che diventa subito combattente, questa bandiera che sventola, ha cercato di superare la protezione per mostrarsi ancora più forte, ha subito urlato combattiamo con il pugno alzato, il presidente comandante, il presidente combattente, un’immagine opposta a quella di un Biden, costretto a rientrare, dal suo momento di relax, alla Casa Bianca, con poche parole sempre difficilmente pronunciate. La campagna elettorale entra in una nuova dimensione, in cui Trump assume queste caratteristiche molto americane. Dobbiamo tenere presente che siamo davanti ad un attentato gravissimo, bastavano pochi millimetri di differenza in quel colpo e Trump sarebbe morto per un colpo in testa. Non stiamo parlando di un attentato sventato o di un rischio potenziale, stiamo parlando - chiosa Cerno - dell'immediatezza di un rischio di morte reale, che ha infatti gà una vittima, un martire di questo comizio repubblicano. Fra poco diventerà lui protagonista di questa nuova fase della campagna elettorale americana”.

 

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