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Omnibus, Dassù e il retroscena sul patto anti-Trump nella Nato: “Non reggerà”

Gabriele Imperiale
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Un sempre più probabile approdo alla Casa Bianca di Donald Trump pesa e non poco sul 75esimo vertice della NATO. E dal summit dell’Alleanza Atlantica è uscito fuori quello che sembra un vero e proprio patto anti-tycoon e alle sue spinte isolazioniste. A confermare questa visione sulle conclusioni raggiunte a Washington Marta Dassù, direttrice di Aspenia, che ha detto di più sul documento finale del meeting. Ospite di Omnibus su La 7, l’ex viceministro degli esteri dei governi Monti e Letta spiega: “La NATO non si divide, dà una prova di unità e prevede un piano a medio termine per rafforzare l'Ucraina”. Fin qui tutto bene ma poi c’è un’agenda che Dassù definisce “implicita” e che guarda a Trump e ad una sua possibile rielezione: “Si aspetta Trump al posto di un ammaccatissimo Biden – dice –. Quindi l'idea è di fare un piano che sia in qualche modo blindato, a prova di Trump, cosa che è fondamentalmente impossibile in Ucraina. Nel senso che nessuna di queste decisioni, soprattutto quelle finanziarie, possono tenere a un eventuale cambiamento”. 

 

 

E proprio su Trump che Dassù si concentra: “Il problema vero è se Trump realmente sarebbe un eversore rispetto alle scelte della NATO in Ucraina e questo è molto più discutibile, perché ci sono due tendenze”. La prima è quella degli intellettuali attorno al tycoon che spingono per snellire l’Alleanza Atlantica e difendere solo chi tra gli alleati spenderà i propri soldi per contribuire al budget NATO. E poi la seconda tendenza è quella che riguarda i rapporti passati e futuri tra Trump e l’alleanza: “Quello che ha già fatto è niente, nel senso che non è cambiato una virgola sostanzialmente, al di là delle parole, nella prima presidenza Trump – spiega la direttrice – Quello che intende fare è il famoso accordo con Putin”. 

 

 

Accordo con Mosca però che non sarebbe poi così vicino. Secondo Dassù: “Nel famoso dibattito che è stato così letale per Biden, Trump ha giudicato il piano di pace di Putin, cioè la sua richiesta di resa a Zelensky, in modo molto negativo”. Un eventuale arrivo alla Casa Bianca di Trump, per Dassù non sarebbe quindi la fine per l’Alleanza Atlantica: “Io non sarei così pessimista per una ragione: la Nato risponde anche agli interessi americani – dice – E siccome Trump è un uomo abbastanza pratico, fa gli interessi dell'America o dice di volerli fare, io non credo che gli convenga mettere in discussione un'alleanza che si sta europeizzando”. Perché, spiega Dassù che chiude il suo intervento “Il contributo degli europei sta aumentando e ciò permette all'America di dedicarsi di più al fronte che davvero le interessa, cioè la Cina e l’Indopacifico”.

 

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