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Quarta Repubblica, e la "privacy" dei ladri? Botte da orbi tra Cicalone e Sansonetti

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I video di Simone Cicalone, lo youtuber che riprende i borseggi nella metro di Roma, hanno fatto emergere un aspetto curioso: per tanti commentatori di sinistra: l’illegalità non sta tanto nell'attività dei ladri, quanto nella violazione della privacy... E se qualcuno prova a fermarli in flagranza, come Cicalone e i suoi amici, si macchia - a loro detta - di un sopruso bello e buono. Nella puntata di lunedì 8 luglio di Quarta Repubblica, il programma condotto da Nicola Porro su Rete4, ci sono due visioni contrapposte. Quella di Cicalone e del direttore de  L'Unità Piero Sansonetti.

Si parla naturalmente dell'aggressione subita dallo youtuber in una delle sortite sulla metro di Roma. Per il giornalista ed ex parlamentare Andrea Ruggieri, "questo giovane deve essere premiato perché fa un’opera di giornalismo di strada pazzesco ed è molto meno aggressivo di tantissimi inviati di altre trasmissioni. Se io avessi un programma, chiederei subito a te e ai tuoi amici di fare gli inviati. Dopodiché si può discutere del video in cui si vede quel minimo di colluttazione, ma lui ha risposto a tutte le obiezioni. Si è ritrovato a difendere una ragazza accerchiata da persone apparentemente malintenzionate". Cicalone è stato attaccato anche dalla Cgil di Maurizio Landini: "Io pensavo che lo scopo dei sindacati fosse difendere i lavoratori e non i borseggiatori che li derubano", spiga Ruggieri. 

 Lorenzo Pacini, del Pd, afferma invece che  "questo non è giornalismo. Non è previsto da nessun codice deontologico che un giornalista vada a fare il vigilante in metropolitana, in strada". E ancora: "Nel video abbiamo visto quelli che tu chiami giornalisti intimidire delle persone, che possono essere i peggiori criminali, ma comunque non è il loro lavoro. I Batman mancati non è quello di cui abbiamo bisogno".

 

 

A quel punto interviene Sansonetti: "Noi non abbiamo visto reati, solo pestaggi e insulti. Ho visto persone aggredite ma nessun furto evitato". Insomma, il direttore dell'Unità mette in dubbio  che ci fosse un tentato borseggio alla base della colluttazione diventata famosa. Cicalone si difende: "Non c’è stato alcun pestaggio. Questa è mistificazione", sbotta l'ex pugile, "voi avete già sentenziato come foste la magistratura". Pacini si inalbera: "Noi non siamo magistrati e non giudichiamo ma tu non sei uno sbirro!", e poi Ruggieri critica la parola usata da quest’ultimo: "Se chiamate i poliziotti sbirri andiamo male…". "Era per contestualizzare, non mi venga a fare la morale", ribatte il dem. Sansonetti prova a sdrammatizzare: "Ha ragione Ruggieri, va usato il politicamente corretto, e le desinenze! Metti anche l’asterisco, eh". Ma poco dopo il dibattito si accende nuovamente: Cicalone "viola la legge per la società! È proibito anche filmare le persone. Ogni volta tirate fuori la questione della legalità e poi la legalità se ne va a quel paese", afferma Sansonetti. 

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