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Mélenchon e la sinistra francese, Senaldi è sicuro: "Usato per fermare Le Pen"

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Dopo il risultato delle elezioni legislative in Francia, la sinistra italiana ha rispolverato l'idea della patrimoniale. Elly Schlein, forte del successo di Jean-Luc Mélenchon e dell'avanzata del Nuovo Fronte Popolare, ha detto: "Bisognerebbe trovare un punto di incontro tra forze che hanno idee diverse ma che come faro hanno la Costituzione che dice 'progressività'", ha affermato la segretaria del Pd. La leader ha poi specificato come la proposta non fosse presente nel programma, che invece si era limitato al generico tema della redistribuzione delle ricchezze. Nessun no esplicito alla patrimoniale, però. Di questo si è discusso a 4 di sera, il programma di politica e di attualità condotto da Francesca Barra e Roberto Poletti. Ospite in collegamento, sul tema si è espresso Pietro Senaldi. 

 

 

"Io vorrei ricordare che i più ricchi, in Italia, già pagano più tasse", ha scandito il condirettore di Libero non appena ha preso la parola. Il nodo sta nel fatto che, con la patrimoniale, "pagherebbero ancora di più". Il modello francese, che ha risvegliato le opposizioni, "mi sembra che non funzioni neanche in Francia perché, un minuto dopo le elezioni, Macron aveva precisato che Mélenchon non sarebbe stato primo ministro. Il giorno dopo ha chiesto ad Attal di rimanere. Mi sembra che sia stato usato per fermare Le Pen e dopo gli hanno detto 'Arrivederci e grazie'", ha spiegato il giornalista. 

 

 

Tornando all'Italia, ha continuato Senaldi, "non mi sembra che ci sia il bisogno di ingannare. La destra ha vinto e, quando ci sono queste alleanze, l'elettorato è indifferente e non risponde presente. A Mélenchon non faranno toccare palla", ha dichiarato. Sulla patrimoniale e la segretaria del Pd, ha aggiunto: "Io, gli italiani che votano in massa la patrimoniale non me li vedo", ha concluso Senaldi. 

 

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