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Ilaria Salis, Cerno sbotta: "Si batteva per le manette e nascondeva i buffi"

Luca De Lellis
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Esiste un’ipocrisia di fondo talmente profonda che certi discorsi non solo peccano di credibilità, ma fanno anche sobbalzare sulla sedia. È il succo di quanto sostenuto da Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo, durante la puntata di “4 di Sera” in onda su Rete 4 in merito alle parole dell’europarlamentare Ilaria Salis nel corso dell’assemblea di Sinistra Italiana: “Ce l’hanno presentata come una candidata che si batteva contro l’ingiustizia delle manette. Però teneva ben nascosti i buffi e gli affitti non pagati, così come Fratoianni ha 400.000 euro di affitti non pagati e il Partito Democratico che è a Roma e ha 750.000 euro di affitto arretrato da pagare”. Cerno bacchetta la condotta incoerente della sinistra: “Se tu fai una battaglia politica come la fa Mélenchon, lo dici prima, non dopo quando ti scopre un giornale. Evidentemente si erano dimenticati di dirci tutto questo quando sostenevano che facevano tutto per il bene dei poveri. L’hanno detto quando i giornali hanno scoperto chi occupava le case. Credo alle battaglie politiche di chi mi dice le cose prima, non agli ipocriti”.

 

 

 

A proposito di Francia, in una notte di mezza estate, un fulmine a ciel sereno spegne Marine Le Pen e i suoi sogni di gloria. Si pensava potesse replicare il percorso vincente di Giorgia Meloni, invece, dalle urne, sono spuntati fuori risultati inattesi. Il Nuovo Fronte Popolare ha impedito la vittoria delle destre in Francia conquistando la maggioranza relativa dei seggi, nonostante Le Pen e il suo partito avessero ottenuto il maggior numero di consensi. Secondo il parere di Tommaso Cerno, la dinamica è stata molto lineare. Il direttore de Il Tempo ha individuato le ragioni del mancato successo di Le Pen, proponendo un parallelo con la storia del Premier italiano: “C’è una tendenza in Europa a non consentire alla destra un processo di appartenenza democratica riconosciuta. Lo vediamo anche in Italia, dove però il governo è più forte perché c’è l’infrastruttura berlusconiana che ha 30 anni di esperienza, e perché Meloni ha cominciato a stipulare alleanze, come anche la Le Pen ha cominciato a fare”.

 

 

 

L’ospite dei conduttori Roberto Poletti e Francesca Barra, tuttavia, non ha intravisto nella mossa del presidente francese Emmanuel Macron di allearsi con l’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon una strategia politica proficua: “Macron, pur di fare un dispetto alla moglie, ha caricato in Francia il peggior nemico che aveva. Molto più distante da lui e dal suo governo della Le Pen. Mélenchon, in un’ipotetica Rivoluzione francese, come titolava oggi La Repubblica, manderebbe Macron sul patibolo, non sarebbe di certo il suo alleato”. Come volevasi dimostrare, infatti, il leader della France Insoumise ha già mandato un ultimatum a Macron, invitandolo “ad andarsene o a nominare un primo ministro tra le loro fila”. Ora, secondo il direttore Cerno, si apre un doppio scenario sul futuro di Macron e della Francia: “O finisce il progetto e gli smonta l’alleanza che hanno appena fatto, convincendolo a formare un governo, oppure faccia governare Mélenchon, così vediamo se quello era il fronte della resistenza partigiana come dicono, oppure è una sinistra che non potrebbe governare da nessuna parte, tanto meno nella Francia di Macron”.

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