scontro in vaticano

Viganò, attacco clamoroso a Bergoglio: "Cosa succederà il 14 settembre..."

Monsignor Carlo Maria Viganò dopo aver continuato a celebrare messa dal suo eremo di Viterbo, comunità in cui professa una visione tradizionale e conservatrice della fede, continua ad attaccare Papa Francesco e i vertici del Vaticano. Insomma, la scomunica per scisma non ferma il vescovo nella sua guerra contro Jorge Mario Bergoglio che dopo anni di accuse subite ha usato il pugno duro. Lunedì 8 luglio Viganò sul suo profilo X, dove nei giorni scorsi ha postato i decreti della Dicastero per la Dottrina della Fede che lo condannano, è tornato all'attacco del Pontefice sul tema della benedizione delle coppie gay. 

 

"Si apprende dalla stampa che il prossimo 14 Settembre (nel giorno della festa dell’Esaltazione della Santa Croce) a Fano verrà 'benedetta' una coppia di attivisti omosessuali, che hanno anche espresso la volontà di adottare un bambino - scrive Viganò nel tweet - Il 'rito' sarà celebrato da don Giuseppe Cavoli, responsabile della pastorale LGBTQAI+ con l’autorizzazione del Vescovo Andreozzi", afferma il monsignore in riferimento a una storia pubblicata da Qn, ossia l'unione civile di Hector e Filippo, due trentenni che gestiscono un'azienda agricola a Cartoceto, in provincia di Pesaro. Evento che sarà preceduto dalla benedizione di don Cavoli.

 

Viganò nel suo post attacca Bergoglio e il cardinale argentino Víctor Manuel Fernández detto "Tucho", oltre agli stessi don Cavoli e Andrea Andreozzi "per aver legittimato un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio". E ancora: "Questa è la 'chiesa' dalla quale sono stato dichiarato in stato di scisma. Non è la Chiesa Cattolica, ma sembra essere ancora la 'chiesa' con cui molti miei Confratelli - vescovi e sacerdoti - si sentono in piena comunione, e di cui riconoscono come legittimo Papa il gesuita argentino, eretico notorio e promotore della 'inclusione' del peccato pubblico", si legge nel duro attacco. Insomma, Viganò non molla e continua a lanciare accuse gravissime al Vaticano anche dopo la scomunica in una spirale che non sembra arrestarsi.