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4 di sera, Senaldi fa impazzire la sinistra: "A chi era diretta la lettera di Meloni"

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Indietro non si torna. Che sia la nostalgia per razzismo, antisemitismo o "qualsiasi manifestazione di stupido folklore". E chi non lo accetta, è fuori da Fratelli d'Italia. Giorgia Meloni è stata perentoria su presente e futuro del suo partito. Oltre che "arrabbiata e rattristata per come ci rappresentano". In una lunga lettera che ha mandato ai dirigenti di FdI, il premier ha affrontato il tema dell'inchiesta condotta da FanPage. Di questo si è discusso a 4 di sera, il programma di politica e di attualità condotto da Francesca Barra e Roberto Poletti. Ospite in collegamento, Pietro Senaldi ha voluto chiarire lo scopo della missiva del presidente del Consiglio. 

 

 

 

"La lettera di Meloni non è stata fatta per la sinistra, per Schlein, per Sansonetti, per Fratoianni. La sinistra troverà sempre un modo per dire che Meloni è fascista. Meloni non sfuggirà mai al destino di essere chiamata fascista dalla sinistra italiana", ha scandito con nettezza di parole il condirettore di Libero. La lettera "non aveva come destinatario far contenta la sinistra o la Schlein, ma ne aveva due", ha spiegato. In primo luogo, era diretta ai "quadri interni al partito, ai quali ha detto chiaramente che chi fa il gioco della sinistra dando argomenti è fuori da Fratelli d'Italia". Poi, ha continuato il giornalista, "a quell'elettorato moderato, il 30% degli italiani, che sono elettori potenziali e che sono disposti a votare Meloni a tollerare i saluti romani tre volte ma non sempre". 

 

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