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Fanpage, il giurista Giuffrè è convinto: “Inchiesta politica, non è giornalismo”

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“Ogni forma di antisemitismo, anche ove sia malcelato all’interno di ritualità pseudo-goliardiche o ‘da stadio’, va ritenuto intollerabile e sradicato senza indecisioni”. È questa la promessa del professor Felice Giuffrè, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Catania e membro del Csm, nel commentare l’inchiesta di Fanpage dal punto di vista deontologico. Queste le sue parole a Il Giornale: “Non credo affatto che un partito e, a maggior ragione, una organizzazione giovanile di un partito possa rientrare nei casi che giustificano l’attività ‘sotto copertura’ del giornalista. In effetti - ammette concordando con Giorgia Meloni - non ricordo nemmeno io un caso simile nella storia repubblicana. Mi pare che questo caso sia solo l’ultimo, certamente molto grave, di una serie ormai lunga di violazioni dei doveri dell’art. 2 del Testo unico. Sembra quasi che alcuni interpretino l’attività giornalistica come ‘una prosecuzione della politica con altri mezzi’. Questo atteggiamento svilisce la professione giornalistica e non ha nulla a che vedere con la libertà di informazione. Mi pare, piuttosto, una forma di imbarbarimento del confronto politico”.

 

 

“La stampa - dice ancora e conclude Giuffrè sulla polemica riguardante il servizio su Gioventù Nazionale del portale online - deve esercitare il proprio ruolo con trasparenza e correttezza, senza travalicare i limiti segnati dalle leggi dello Stato e dal proprio statuto deontologico”.

 

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