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Ilaria Salis invoca l'immunità, la Lombardia chiede gli affitti

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Ilaria Salis sbarca a Bruxelles e fa un appello ai suoi colleghi europarlamentari per salvarsi dal processo in Ungheria. Ieri la neo eletta con Avs, dopo essersi registrata ufficialmente al Parlamento europeo e aver pubblicato la foto con il commento «è tutto vero», si è offerta ai giornalisti ed è passata all’attacco, contro la mossa dei giudici di Budapest che non intendono rinunciare all’accertamento delle condotte dell’attivista, accusata di aver preso parte al gruppo criminale della Banda del martello, che avrebbe commesso i tentati omicidi nel Giorno dell'Onore. Il processo contro l’insegnante di Monza, che ha già scontato 15 mesi di carcere preventivo e che rischia una condanna fino a 24 anni, è stato sospeso quando l’incatenata Ilaria Salis, candidata con Alleanza Verdi e Sinistra quale simbolo della violazione dei diritti umani in Ungheria, è stata eletta con 176mila preferenze.

 

Il Tribunale di Budapest, però, ora chiede alla presidenza dell’Eurocamera di revocare l’immunità parlamentare di Salis, sfuggita alla giustizia grazie allo scudo penale contro cui gli stessi leader del partito che l’ha candidata, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, si erano scagliati in passato per attaccare il centrodestra. E proprio lo stesso Fratoianni, ieri, era a fianco a Ilaria, a difendere la loro pedina vincente dal pressing dei giornalisti, che ovviamente hanno chiesto all’attivista una reazione alla mossa arrivata dal Paese guidato da Victor Orban. «La decisione sulla revoca spetterà al Parlamento europeo che deciderà tramite una votazione. Io sinceramente spero e mi aspetto che comunque l’Europa, il Parlamento europeo, si schieri a difesa dei diritti fondamentali, a difesa della presunzione d’innocenza, del principio di proporzionalità e del rispetto dello Stato di diritto», ha detto Salis.

Più che una dichiarazione politica, una supercazzola di un’insegnante che fa finta di non sapere che la presunzione d’innocenza non significa non farsi processare grazie a un escamotage istituzionale, ma è il principio che deve essere applicato per chiunque finisca alla sbarra e finché non sia dichiarato colpevole in via definitiva. Non solo la Salis fugge dalla giustizia ungherese, e non intende mai più mettere piede a Budapest, ma minimizza anche la questione dell’occupazione delle case popolari e quel debito di 90mila euro che l’Aler di Milano le ha iscritto a ruolo per un immobile di via Borzi, sui Navigli. «Non penso di essere nella posizione di dovermi difendere», ha detto l’europarlamentare ai giornalisti, «nel senso che credo che i movimenti per la casa cerchino di rispondere ad un problema cui le istituzioni non sono in grado di rispondere. Poi questa cosa dà fastidio, è scomoda, quindi mettono in campo questi attacchi, che sono sostanzialmente fondati sul nulla. Stiamo parlando di un accesso effettuato quando avevo 23 anni: ne ho compiuti 40 la settimana scorsa», dichiara, sminuendo le sue responsabilità civili e penali con la giovane età e, di fatto, indebolendo la lotta per la casa, che solo pochi giorni prima aveva osannato, sostenendo insieme a Fratoianni che occupare non è reato.

A darle manforte lo stesso leader di Sinistra Italiana, che ha aggiunto: «Siamo oltre il ridicolo, oltre il ridicolo della strumentalità. Una vicenda che vede Ilaria oggetto di una sorta di politica dell’accanimento. Novantamila euro le hanno chiesto per un accertamento fatto oltre dieci anni fa. Dopo di quello niente più. Non c’è nulla che dimostri che quella cifra esiste. Ma la verità è che siamo di fronte al tentativo ogni volta di trattare le lotte sociali come questione di ordine pubblico. Non è cosi».

 

Giustificazioni e parole al vento per la Regione Lombardia, che nelle stesse ore in cui i FratoSalis si destreggiavano nella conferenza stampa da Bruxelles, approvava una mozione per presentare il conto alla neo europarlamentare. Su richiesta del consigliere di FdI, Marcello Ventura, il consiglio regionale ha dato l’ok al documento che impegna la Giunta Fontana ad attivarsi presso l’Aler affinché avvii «immediatamente le procedure legali» per il «recupero coattivo delle morosità per occupazione di alloggi di edilizia popolare», anche con la possibilità del «ricorso al pignoramento dei conti correnti». La «mozione Salis», così è stata definita, è passata con 45 voti a favore, 19 contrari e un astenuto, in un clima incandescente che ha perfino richiesto la sospensione dei lavori prima del voto.

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