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Marina Berlusconi è sicura: "Nessuna egemonia culturale". E sulla discesa in campo...

Gabriele Imperiale
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È nata la Silvio Berlusconi Editore, la nuova casa editrice del gruppo Mondadori dedicata al patron di Forza Italia. Non solo un omaggio all’imprenditore ma un progetto editoriale che vuole supportare il pensiero democratico e liberale e in cui la libertà sarà al centro di ogni pubblicazione. Guai però a parlare di ricerca di egemonia culturale: “Né la missione del gruppo Mondadori, né tantomeno della nuova casa editrice è quella di mirare a qualche forma di egemonia culturale. Il nostro mestiere è pubblicare libri ben fatti, che incontrino l’interesse dei lettori e diano voce alle istanze della società”. Parole di Marina Berlusconi affidate il giorno della nascita della nuova casa editrice a Il Corriere della Sera in una lunga intervista a Daniele Manca. La figlia maggiore del quattro volte presidente del Consiglio, a capo di Mondadori da oltre 20 anni, ha infatti annunciato il nuovo progetto editoriale, parlando anche di molto altro.

 

 

 

Silvio Berlusconi Editore non è un nome nuovo sul palcoscenico letterario: negli anni 90 si chiamava così la casa editrice che ha pubblicato alcuni grandi classici, da Erasmo da Rotterdam a Karl Marx. Ma la numero uno di Mondadori precisa: “Oggi però nasce una casa editrice tutta nuova – spiega – che ruoterà attorno a un solo, grande tema: parlare di libertà è tornato terribilmente attuale”. La primogenita di Silvio Berlusconi esclude che l’operazione sia parte di una sua discesa in campo – “No. Assolutamente no, né oggi, né in futuro” – e che la lotta per libertà, al centro del progetto, sia solo appannaggio delle opposizioni: “Ma no, è una riflessione che va ben oltre la dialettica tra governo e opposizioni. Mi sto riferendo a un problema più ampio, che riguarda la nostra civiltà e i nostri valori – ha spiegato Berlusconi – Due guerre dilaniano i confini dell’Europa, mentre si sta coalizzando un inquietante fronte antioccidentale, dalla Russia alla Cina. Ma dobbiamo fare i conti anche con un nemico interno, non meno insidioso”.

 

 

Preoccupazioni aumentate dai risultati delle ultime europee e dalle previsioni del voto americano. Ma non solo: “L’Occidente, sta vivendo una terribile crisi d’identità. Guardi a quel che succede nelle piazze, nelle università... Si protesta a favore di Hamas, ma dietro si legge un disprezzo profondo verso l’Occidente – spiega – Guardi a quella sorta di malattia autoimmune chiamata cancel culture, secondo cui tutto quello che la nostra civiltà ha costruito è da buttare. Cosa c’è di più preoccupante di una grande cultura che rinnega sé stessa?”. Debutto a settembre con “On leadership” di Tony Blair e due grandi classici come Voltaire e Furet. Non un “programma editoriale da Minculpop” sottolinea Berlusconi, ne tanto meno la ricerca di un’egemonia culturale: “Sarà un laboratorio di idee totalmente aperto: la libertà può essere raccontata e definita in molti modi diversi. A noi interessano tutti”. Nessuna connotazione politica, nonostante il nome: “E quale nome migliore per una casa editrice che vuol parlare di libertà? Mio padre ha sempre combattuto per la libertà” precisa. Valore della libertà che, nonostante le critiche delle opposizioni, secondo Berlusconi avrebbe ereditato Giorgia Meloni: “Questo governo ha sempre rispettato pienamente le regole della democrazia e in politica estera ha mantenuto la barra dritta su posizioni europeiste e filoatlantiche”.

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