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Zona Bianca, "so di dire una cosa orribile": l'appello di Capezzone ai genitori di Turetta

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La trasmissione Quarto Grado ha rivelato i contenuti della confessione davanti ai pm di Filippo Turetta: un lungo racconto in cui spiega che era stato respinto da Giulia Cecchettin nell'ultimo tentativo di riconciliazione, aveva il terrore di perderla, ma il delitto a suo dire non era premeditato. Addirittura il ragazzo, ora in carcere a Verona, ha detto che i coltelli che aveva con sé servivano a togliersi la vita, non per uccidere la sua ex fidanzata. Dal punto di vista giudiziario la situazione è chiara: la difesa cercherà in tutti i modi di evitare l'aggravante della premeditazione del delitto, che al processo in caso di condanna vuol dire una sola cosa: ergastolo. Le parole dello studente veneto vanno in onda anche nella puntata di domenica 23 giugno di Zona Bianca, il programma condotto da Giuseppe Brindisi su Rete4.

 

Tra gli ospiti Daniele Capezzone, il quale sottolinea che quelle parole rappresentano "una confessione piena di violenza, nelle frasi e anche nei gesti, una confessione lucida, anzi lucidissima, e piena, mi scuso con gli avvocati che fanno il loro mestiere, di mediocri e patetiche furbizie per cercare disperatamente di accreditare la tesi del delitto d'impeto". 

 

Per il direttore editoriale di Libero è chiaro: "Se tu vai a un incontro con i coltelli, i sacchi e lo scotch, è evidente" qual è la volontà. "Gli avvocati cercheranno di dire" che il delitto "non era premeditato ma era solo preordinato, l'armamentario giuridico lo immaginiamo", spiega Capezzone che poi si rivolge a Nicola Turetta e a Elisabetta Martini, cioè al papà e alla mamma di Filippo. Il direttore parafrasa Cesare Pavese: "Verrà la morte e avrà gli occhi di tuo figlio". "Chissà le domande che si faranno", premette Capezzone che poi lancia un appello alla coppia che considera vittima di questa tragedia: "So di dire una cosa orribile ma mi piacerebbe molto che questi genitori lavorassero affinché finisca questa patetica ricerca delle attenuanti. Qui si deve andare a un ergastolo non ci sono santi - conclude - e sarebbe molto bello se tutto questo armamentario di furbizie venisse meno, è l'ultima cosa che possiamo fare per il rispetto" di Giulia Cecchettin. 

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