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Piero Fassino, il "profumo" della riscossa: messaggero di pace a Ramallah

Antonio Adelai
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Dopo un’assenza durata un bel po’ di settimane, Piero Fassino alla fine è ricomparso in quel di Ramallah. Proprio così. E lo ha fatto in occasione della missione di quattro giorni, compiuta in Israele e Palestina, in qualità di presidente della commissione Medio Oriente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. «Dopo nove mesi di guerra che ha sottoposto la popolazione israeliana e quella palestinese a sofferenze indicibili, si impone immediatamente senza ulteriori dilazioni un salto di qualità nell'azione della comunità internazionale per ottenere, come richiesto dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, la liberazione degli ostaggi, il cessate il fuoco, l'inoltro alla popolazione di Gaza degli aiuti umanitari necessari. E così, evitare una ulteriore escalation bellica e aprire la strada ad un percorso che conduca a una soluzione politica del conflitto», ha dichiarato il deputato del Pd, per il quale è, poi, «urgente ottenere la cessazione degli attacchi libanesi al Nord di Israele consentendo agli oltre centomila israeliani sfollati di tornare alle loro case».

 

Insomma, l’esponente del Pd è tornato prepotentemente sulla scena, occupandosi di temi internazionali ed in particolare della delicata questione medio orientale, dopo i noti guai, per utilizzare un eufemismo, legati a quello che è stato subito ribattezzato come «l’affaire profumo», con appunto il rappresentante dem indagato dalla Procura di Civitavecchia per il presunto furto di una boccetta di Chanel chance, lo scorso mese di aprile, nel duty free dello scalo di Fiumicino. Fassino era in attesa di prendere il suo volo per Strasburgo, dove doveva presiedere i lavori sempre della commissione Medio Oriente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Dal canto suo, il diretto interessato aveva parlato di una semplice distrazione, relativa aduna telefonata che stava effettuando, per giustificare il gesto di avere messo nella tasca del giaccone, «in attesa così di andare alle casse», la confezione del profumo francese che aveva acquistato per la moglie.

Versione che contrasterebbe con quella fornita dalle immagini di sorveglianza. Una vicenda che aveva suscitato non poche polemiche, ed un clamore mediatico incredibile, con la società che gestisce i negozi del maggiore aeroporto capitolino che aveva smentito, lo scorso fine maggio, le indiscrezioni circa una trattiva proprio con l’ex primo cittadino di Torino per il ritiro della denuncia per tentato furto.

 

Ritornando alla missione in Israele ed in Palestina, poi, si legge in una nota, «Fassino ha avuto numerosi incontri a Gerusalemme e Tel Aviv con il ministro degli Esteri, il presidente della Knesset, i presidenti delle commissioni parlamentari e dei gruppi politici. A Ramallah, Fassino ha avuto colloqui con ministri dell'Autorità nazionale palestinese e con il presidente del Consiglio nazionale. Fassino ha anche reso visita al kibbutz Nir Oz e al campo del Nova Festival dove Hamas il 7 ottobre ha perpetrato il massacro. E per esprimere solidarietà e vicinanza, Fassino ha incontrato i familiari degli ostaggi e le famiglie sfollate del nord Libano».

Del resto, nelle ultime tre settimane, Fassino si era limitato ad intervenire nel dibattito politico utilizzando per lo più lo strumento dei social, X per la precisione, passando dal commento sul risultato conseguito dal Partito democratico alle ultime elezioni Europee al conflitto in corso tra Ucraina e Russia. Ieri, poi, ecco il comunicato stampa a certificare un ritrovato, rinnovato attivismo, per di più su un palcoscenico internazionale, del parlamentare del Pd dopo il silenzio seguito alla faccenda dello scalo di Fiumicino, l’ormai celebre Fassino-gate.

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