doppio scontro

L’Aria che Tira, Cerno contro tutti. “Lezioncina da quattro soldi”, “Put*anate”, la doppia lite

Prima con Lucia Azzolina, poi con Riccardo Barenghi. Toni accesi nella puntata del 21 giugno de L’Aria che Tira, programma tv di La7 condotto da David Parenzo, con un vero show del direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno. Il primo round è quello con l’ex ministra ed esponente del Movimento 5 Stelle. “Se vogliamo dire che il fascismo ha fatto cose buone… Per carità, ognuno ha la sua opinione, io ho studiato storia e penso che non abbia fatto nulla di buono”, dice Azzolina, con Cerno che ribatte subito: “Queste lezioncine da quattro soldi… Non posso ascoltare il livello culturale del Paese, un ex ministro dell’Istruzione riesce a farci questo Bignami da quattro soldi che non serve a nulla e non dice niente. In questo Paese Liliana Segre si è trovata le bandiere di Israele con disegnata una me*da al posto della Stella, quindi stai zitta e non tirare fuori Liliana Segre. Mi vieni a tirar fuori Liliana Segre? Non ho bisogno del suo pantheon per esprimere un pensiero. Sai cosa vedo in questo dibattito? Vedo un Paese in cui tutti o sono fascisti o di sinistra e che ha dimenticato la vera componente repubblicana anti-fascista cattolica liberale che è il fondamento di questo Paese. Non vedo più - prosegue Cerno come un fiume in piena - De Gasperi, vedo solo Berlinguer contro Mussolini, un Paese che non è mai esistito, un Paese che sta diventando ignorante. La lezioncina sul fascismo e le leggi razziali… Non si può fare un dibattito sul fascismo a questo livello, non siamo mica al bar. Dai per favore”.

 

 

Qualche minuto dopo, sempre sul tema fascismo, si consuma lo scontro tra Cerno e la “Jena”, firma de La Stampa. “Mi pare che Cerno l’abbia buttata in corner o in tribuna, perché non parla del fatto…”, dice l’ospite in studio, con Cerno che lo interrompe subito: “Non l’ho buttata in tribuna, dico quello che penso, non è che se non dico quello che pensi tu la butto in tribuna mentre tu sei un fenomeno che quando parli tu la palla è in campo, quando parlano gli altri la palla è in tribuna. Dì quello che devi dire e non rompere le scatole a me, io butto la palla esattamente dove voglio e tu buttala dove vuoi e segna il gol”. Via al botta e risposta con Barenghi: “Perché sei così nervoso?”. Il direttore de Il Tempo replica immediatamente: “Non sono nervoso, devi iniziare un discorso spiegando ciò che ho detto io, ma dì quello che pensi te. Tu per me la palla non la stai neanche toccando, stai lì a dire put*anate”.

 

 

Mentre Parenzo cerca di riportare la calma arriva la risposta di Barenghi: “Io con questo non parlo, o lo fai stare zitto o non parla. È un esaltato. Se parli tu il Paese non va avanti, va indietro”. “Vabbè, vaffa…”, sbotta Cerno. “Ma è un pazzo”, dice il giornalista de La Stampa, con la lite che avanti senza interruzioni. “Io sono un pazzo e tu sei un genio, Einstein, fate parlare Einstein, sentiamo il premio Nobel Einstein”, l’ultima bordata di Cerno, prima che il padrone di casa riesce in parte a calmare gli animi e far andare avanti il discorso.