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Ilaria Salis sulla casa occupata: "È un diritto". Risposta surreale a Libero e nuova campagna

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Ha già lo slogan pronto: "Mai più gente senza casa, mai più case senza gente!". Ilaria Salis risponde con qualche giorno di ritardo allo scoop di Libero sulla richiesta di 90mila euro da parte dell'Aler per l'occupazione di una casa popolare e rivendica il diritto all'abusivismo, alla faccia di chi l'affitto lo paga con i soldi del suo lavoro. Ha dell'incredibile il contenuto del post dell'insegnante brianzola, proiettata dall'Alleanza Verdi-Sinistra di Fratoianni e Bonelli dal carcere di Budapest all'europarlamento. "Sì, lo confesso! Sono stata una militante del movimento di lotta per la casa che negli anni ha dato battaglia sul tema del diritto all’abitare, a Milano e in tutta Italia. Se qualcuno pensava di fare chissà quale scoop scavando nel mio passato, è solo perché è sideralmente lontano dalla realtà sociale di tale movimento, che si compone di decine di migliaia di abitanti delle case popolari e attivisti, i quali, per aver affermato il semplice principio di avere un tetto sulla testa, sono incappati in qualche denuncia", scrive Salis in un lungo post che denuncia "fa" della stampa nei suoi confronti.

 

E rincara la dose: "Le pratiche collettive dell’occupazione di case sfitte, il blocco degli sfratti, la resistenza agli sgomberi, gli sportelli di ascolto e la lotta per la sanatoria rappresentano un’alternativa reale e immediata all’isolamento sociale e alla guerra tra poveri, strumentalizzate tanto dalle forze politiche razziste quanto dal racket". Arriva al punto di affermare: "È con grande orgoglio, dunque, che rivendico di aver fatto parte di questo movimento e di continuare a sostenerlo!". 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Ilaria Salis (@ila_salis)

Sul debito che le viene contestato, Salis dà la sua versione: "Aler reclama un credito di 90.000 euro nei miei confronti come 'indennità' per la presunta occupazione di una casa in via Giosuè Borsi a Milano, basandosi esclusivamente sul fatto che nel 2008 sono stata trovata al suo interno. Sebbene nei successivi sedici anni (!) non siano mai stati svolti ulteriori controlli per verificare la mia permanenza, né sia mai stato avviato alcun procedimento civile o penale a mio carico rispetto a quella casa, Aler contabilizza tale credito e non si fa scrupolo a renderlo pubblico tramite la stampa il giorno prima delle elezioni". Quindi non ci sarebbero le prove...

 

La battaglia per la casa ora continua al Parlamento europeo: "Nei prossimi giorni condividerò alcuni dati e spunti di riflessione sulla questione abitativa a Milano e in Italia. Ringrazio Libero & co. per avermi servito questo assist per riportare l’attenzione mediatica su un tema che mi sta molto a cuore, perché così cruciale per le classi popolari e i giovani", afferma per poi lanciare il suo slogan: "Mai più gente senza casa, mai più case senza gente". 

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