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Prima di domani, Bernardini De Pace spiazza Berlinguer: "Comunista combattente"

Luca De Lellis
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A poche ore dal primo passaggio al Senato della riforma per il Premierato e dalla manifestazione unitaria delle opposizioni, arriva dopo una lunga maratona notturna alla Camera il secondo e definitivo sì al disegno di legge sull’Autonomia differenziata contro cui i partiti del centrosinistra hanno protestato. Nel corso della trasmissione Prima di Domani, in onda su Rete 4 mercoledì 19 giugno, la nota avvocata divorzista Annamaria Bernardini De Pace ha sostenuto di non aver compreso per quale ragione la sinistra si dichiari così ostile alle riforme. E ha svelato anche un simpatico aneddoto personale: “Io nella mia vita sono stata per 13 anni con un fascista e altri 13 con un comunista combattente, per cui io mi sono trovata a lottare con entrambi, visto che sono tutt’altro che un’ideologa”. 

 

 

 

Tra l’altro, afferma l’ospite di Bianca Berlinguer, “quello comunista era strafelice quando Massimo D’Alema, sempre facendo la bicamerale, aveva proposto esattamente questo”. Ergo, “quando io ho sentito che è stato un governo di destra a fare tutto questo sono rimasta un po’ perplessa”. L’avvocata e saggista non ha potuto fare a meno di chiedersi come sia possibile che, una riforma che tempo fa scaldava i cuori sinistri ora sia la bandierina del governo targato Meloni. Dopo una riflessione la risposta è arrivata: “In effetti, è un grande potere che si dà al popolo, che può così scegliere il suo rappresentante di governo”. In ogni caso, le opposizioni punteranno a far passare la riforma dal referendum popolare, per un ultimo tentativo di sventare quello che considerano un pericolo nell’ottica di una svolta sovranista. 

 

 

 “Prima con il Pds di Achille Occhetto, poi con Matteo Renzi che era andato su questa direzione sostenendo il presidenzialismo, quindi mi riesce difficile da capire tutta questa opposizione scandalizzata e veemente della sinistra”, ha continuato. Alla fine, c’è spazio anche per un siparietto con Bianca Berlinguer, che ritorna al principio quando Bernardini De Pace ha parlato del suo uomo, definendolo “comunista combattente”. Cosa voleva dire? “Perché combatteva sempre, lottava per le sue idee, nessuno per lui era abbastanza comunista”.

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