Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Otto e mezzo, Bocchino inchioda Giannini sull'Autonomia: "Senza memoria"

  • a
  • a
  • a

Dopo l’ok del Senato, la Camera ha dato il via libera definitivo al ddl Calderoli con 172 sì, 99 voti contrari e un astenuto. Il testo, in 11 articoli, definisce le procedure legislative e amministrative per definire le intese tra lo Stato e quelle Regioni che chiedono l'autonomia differenziata nelle 23 materie indicate nel provvedimento. Di questo si è discusso a Otto e mezzo, il programma di politica e di attualità che va in onda tutte le sere su La7. "Chi ci rimette e chi ci guadagna?", ha chiesto in modo diretto Lilli Gruber in merito alla riforma dell'Autonomia differenziata. Il primo a prendere la parola è stato Massimo Giannini. "Ci rimette l'Italia. Comprendo l'esultanza della Lega alla luce del risultato delle Europee. Il fatto di aver portato a casa l'autonomia differenziata significa coronare un sogno per loro. Ci rimette l'Italia perché l'autonomia differenziata la spacca qui e ora, trasferendo 23 materie dallo Stato alle regioni. Scardina l'unità nazionale, da sempre uno dei principi fondativi del Paese. Sacrificano questo principio per fare contenta la Lega", ha dichiarato l'editorialista di Repubblica, attaccando la maggioranza. 

 

 

"Molto severo Giannini, parla di grande baratto", ha notato la giornalista e padrona di casa, chiedendo poi un commento a Italo Bocchino. "Giannini è stato tanto severo quanto senza memoria", ha replicato il direttore editoriale del Secolo d’Italia. L'Autonomia chi l'ha fatta? "L'ha fatta il Partito Democratico nel 2001. È stata inserita nella Costituzione la possibilità di fare degli accordi tra Stato e regione su determinate materie. Questa vergogna di cui parla Giannini l'ha fatta il centrosinistra con l'opposizione del centrodestra", ha ricordato. La differenza oggi è evidente. "Non era esaustiva. Oggi la situazione è completamente diversa: è una norma attuativa della riforma voluta dalla sinistra. L'autonomia differenziata è utile perché è coniugata in questo momento con l'elezione diretta del premier. Tanto più si rafforza colui che governa la nazione, tanto più si può delegare. Sono peso e contrappeso. Non deve fare paura al Sud e lo dico da uomo del Mezzogiorno. È una scommessa per il Sud per diventare virtuoso", ha spiegato Bocchino. 

Dai blog