ospite di brindisi

Zona bianca, Sophie Codegoni confessa: "Chirurgia estetica? Me ne sono pentita"

Luca De Lellis

Mirare alla perfezione esteriore è una delle idolatrie delle nuove generazioni. Si vuole avere tutto, e tutto deve assumere contorni, appunto, “perfetti”. La vita, il lavoro, la casa, il naso, la bocca, il seno, i pettorali: insomma, non siamo mai abbastanza. Ed è proprio puntando a questo scellerato perfezionismo inarrivabile che ci svalutiamo. In funzione di tale convinzione, si compiono scelte di cui, in seguito, ci si può pentire, perché non provenienti da una mente consapevole. È quanto accaduto a Sophie Codegoni, influencer ed ex tronista di Uomini e Donne, che già tempo fa aveva confessato i propri eccessi con la chirurgia estetica, perché credeva potessero donarle “quella perfezione che non esiste”.

 

 

Durante la puntata di Zona Bianca, in onda domenica 16 giugno, l’ospite del conduttore Giuseppe Brindisi, che all’età di soli 16 anni si è imbattuta nei sempre più abusati “ritocchini” della chirurgia estetica: «Me ne sono pentita. Ora sono dell’idea che per ricorrere alla chirurgia devi avere una maturità, una consapevolezza e una conoscenza del tuo corpo che a quell’età non hai, ma nemmeno a 20 anni». Purtroppo, la moda è sempre più ricorrente, specie tra le donne più giovani, che cercano di raggiungere dei canoni estetici standardizzati e “perfetti”. Ma il discorso può valere anche per qualsiasi altro aspetto della vita di una persona che vive secondo l’assolutizzazione del mito della perfezione.

 

 

Per fortuna, capita anche di rinsavire, come successo a Sophie: «Per esperienza personale, ora consiglio di aspettare. Lo dico spesso, perché io mi sono pentita. Nel tempo ho imparato ad apprezzare il mio corpo in un’altra maniera». L’influencer si mette a nudo: «A oggi, quello che prima per me era un’insicurezza, cioè il fatto di non avere un bel seno o delle labbra grandi, oggi per me è un peso averlo». Al contrario, sostiene l’ex tronista, non va criminalizzato in assoluto il concetto di “rifarsi” una parte del corpo. Però, «dipende in che modalità, per quale motivo e da chi decidi di rivolgerti».