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Dilemmi, educazione e social. Crepet è deciso: "Non giocano, non perdono"

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Attraverso dibattiti e discussioni con ospiti in studio, Gianrico Carofiglio propone a Dilemmi una questione che si presta a interpretazioni diverse e a volte lontanissime. Ieri sera, in onda su Rai 3, è andato in scena lo scambio di opinioni sul tema dell'educazione tra l'insegnante Enrico Galiano e lo psichiatra Paolo Crepet. Da una parte ci sono i sostenitori della severità, che credono che un approccio rigoroso aiuti i giovani a comprendere il mondo, dall'altra ci sono coloro che sostengono che la tolleranza renda i giovani più creativi e autonomi. Al centro del discorso del saggista ci sono finite anche le teconologie e l'uso dei social network: "Il corpo non puoi metterlo su Instagram per capirlo. Questo è uno dei prodotti dello sfascio. Bisognerebbe togliere i social nella fase della scuola materne ed elementare", ha detto Crepet. 

 

 

"Devi usare le matite. Lo so che è ottocentesco, ma ci sono delle cose ottocentesche strepitose", ha precisato poco dopo. Ciò che risulta evidente, guardando la società odierna e il modo in cui bambini e ragazzi vengono educati è che "bisogna fare una marcia indietro". "Bisogna far giocare i bambini. Abbiamo tolto il gioco: giocare non è essere davanti alla PlayStation", ha spiegato lo psichiatra. Carofiglio ha allora chiesto al suo ospite una precisazione sul termine "figliocrazia". "Abbiamo cominciato dall'allattamento ad accondiscendere. Facciamo capire che sono i figli a comandare. Non giocano, non sanno perdere e sono frustrati", ha concluso. 

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