2 giugno
2 Giugno, Meloni alla mostra su Mazzini con Sangiuliano: "Più forti con il legame patria-famiglia"
Al termine della tradizionale parata militare su via dei Fori Imperiali per la Festa della Repubblica, Giorgia Meloni ha visitato al Vittoriano la mostra ’L’ultimo ritratto: Mazzini e Lega, storie parallele del Risorgimentò. «L’arte è lo specchio dentro il quale si riflettono l’energia e la profondità culturale di un popolo. Le sculture, i quadri e ogni opera artistica sono forme nelle quali si materializzano l’anima dell’artista e lo spirito del tempo della società in cui egli vive. Quando l’arte si sposa con la passione civile diventa fonte di ispirazione e moto di rinascita umana, sociale e politica», scrive la presidente del Consiglio, nel suo contributo.
«È esattamente ciò che ritroviamo nelle opere di Giovanni Spertini e Silvestro Lega, due artisti ma anche due patrioti che hanno contribuito a rendere immortale l’immagine del loro punto di riferimento: Giuseppe Mazzini. Spertini e Lega hanno catturato il carisma di Mazzini in modi diversi, ma entrambi meravigliosi. Il primo ha mitizzato nel marmo i tratti fisici, l’austerità e la forza delle idee del Padre della Patria; il secondo ha impresso sulla tela gli ultimi istanti di vitalità dell’eroe e ne ha sottolineato il lato più intimo. Forza e fragilità, marmo e pittura, mito e umanità. Ammirare queste due opere, insieme, nel luogo simbolo del nostro Risorgimento, il Vittoriano, è un dono estremamente prezioso che ci offre l’occasione di riflettere sull’attualità dei concetti di patria e nazione. Desidero ringraziare, per questo, il ministro Gennaro Sangiuliano, il ministero della Cultura e il Vive, per aver promosso questa splendida iniziativa. Patria e nazione sono società naturali, innate nel cuore degli uomini e dei popoli e prescindono da ogni convenzione - scandisce la premier -. Come lo è la famiglia, che non a caso lo stesso Mazzini ha definito la ’patria del cuore'».
«Eppure - osserva Meloni -, queste idee sono state spinte per molto tempo nel cono d’ombra della storia, perché considerate a torto obsolete e retrograde, se non addirittura pericolose. Oggi non è più così. Patria e nazione sono »idee ritrovate«, che si sono riappropriate della loro centralità nel dibattito politico, storico, culturale e filosofico. Come un fiume carsico, non hanno mai smesso di scorrere nelle vene del nostro popolo e sono riemerse in superficie, in tutta la loro impetuosità, per splendere alla luce del sole. È nostro compito alimentare quel fiume, ed esserne sorgente. Non basta riconoscere ciò che ci tiene uniti, ma è necessario nutrire ogni giorno quel senso di appartenenza a un comune destino. È fondamentale che sia declinato nelle scelte che facciamo quotidianamente, a qualunque livello e in qualunque ruolo. I legami non sono catene, e non ci rendono più deboli. Ci rendono, al contrario, più forti e consentono ad ognuno di noi di riconoscerci parte di qualcosa di più grande. Solo una nazione consapevole di questa forza ha la possibilità di rimanere viva e vitale, è in grado di rigenerarsi e di resistere agli inganni dello sradicamento, dell’omologazione e della disumanizzazione».
Presenti alla visita anche il ministro Sangiuliano e la direttrice del Vive, Edith Gabrielli. L’esposizione, patrocinata dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, è promossa e organizzata dal ministero della Cultura e dal Vive, d’intesa con l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. In mostra oltre sessanta oggetti, suddivisi fra sculture, dipinti, incisioni, fotografie, manoscritti, documenti inediti e cimeli mazziniani. Tra le opere principali esposte un busto di Giovanni Spertini, che raffigura Giuseppe Mazzini con la fascia recante uno dei suoi motti più celebri ’Dio e il popolò, recentemente acquisito dal Vittoriano, e il dipinto di Silvestro Lega dal titolo ’Gli ultimi momenti di Giuseppe Mazzinì, proveniente dagli Stati Uniti, dal Museum of Art, Rhode Island School of Design di Providence. L’opera, una delle più iconiche del Risorgimento, è prestata temporaneamente grazie al lavoro del ministro Sangiuliano - si sottolinea -, che si è impegnato a riportarla definitivamente in Italia.