Quarto Grado, il generale Garofano cerca la soluzione del caso Siu: i dettagli che non tornano
Rimane un mistero come Soukaina El Basri, per tutti “Siu”, si sia procurata quella grave ferita al petto che l’ha mandata in coma. Ma soprattutto, è verosimile credere che a un tentativo di suicidio, in un caso nel quale l’arma ancora non si trova e ci sono macchie di sangue che sono state lavate? È quello che si domanda anche il gip di Biella che, nel frattempo, dopo la convalida del fermo, ha scarcerato il 37enne marito dell’influencer Jonathan Maldonato. La donna si è svegliata dal coma e nell’attesa che possa parlare, la versione ufficiale dell’uomo rimane quella del tentato suicidio nell’appartamento di famiglia a Chiavazza lo scorso 16 maggio, che Siu avrebbe voluto mascherare chiedendo al marito di parlare di incidente domestico. Sul caso, durante la puntata di Quarto Grado in onda su Rete 4 venerdì 31 maggio, è intervenuto il generale dei Carabinieri Luciano Garofano, che ha svolto un sopralluogo di oltre 5 ore nella casa.
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Il focus del suo discorso verte, come ovvio che sia, sull’arma – “molto appuntita” - che ha ferito quasi a morte la donna ricoverata all’Ospedale Maggiore della Carità di Novara. Jonathan Maldonato ha parlato di un paio di forbici che, tuttavia, secondo l’ospite dei conduttori Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, “non sarebbe compatibile con la ferita della vittima, di cui però non abbiamo assoluta certezza della forma visto che non è stata scattata una foto al suo arrivo in ospedale”. E allora cosa è stato a colpire Siu? “Nel nostro minuzioso sopralluogo, siamo andati alla ricerca di un mobile o comunque qualcosa che sporgesse e che abbia potuto colpire inavvertitamente la donna, ma credo sia da escludere”. Ergo, afferma Garofano, “ci stiamo orientando sull’ipotesi dell’arma, che però non si trova, e questa è un’anomalia, dato che solitamente nei casi di tentato suicidio o comunque di malore, l’arma diventa un oggetto che spontaneamente tu consegni”. E di questo dettaglio, “insieme al fatto che sono state pulite tracce di sangue”, resta da capirne il perché.
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Ci sono tutti i requisiti per parlare di depistaggio? Il generale non si sbilancia: “Non posso dare una mia opinione, dobbiamo valutare la portata del sangue pulito, visto che la pulizia è stata fatta”. Si comprenderanno meglio come sono andate le cose quando “si potranno sentire le versioni sia della donna, e poi risentire quella del marito”. Insomma, il giallo rimane ancora giallo, nell’attesa che venga spruzzato un po’ di bianco per rendere la vicenda trasparente.