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Trump, la profezia di Luttwak: “Questo accanimento lo favorirà alle elezioni. Giuria politicizzata”

Edoardo Sirignano
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«Trump vincerà la sua battaglia giudiziaria. Nell’appello sarà tutta un’altra storia. Il parere di una giuria politicizzata, come quella di Manhattan, conta zero. Allo stesso modo, tale accanimento lo favorisce nella corsa alla Casa Bianca. Adesso sarà una battaglia in nome del popolo americano». A dirlo Edward Luttwak, politologo e saggista statunitense.

L’ex presidente condannato per il caso Stormy Daniels. Cosa succede adesso?
«Ci sarà un appello e sarà fatta chiarezza. Qui le decisioni arrivano presto. L’attività giudiziaria, poi, non interferisce con la campagna elettorale, che a mio parere, invece, sarà aiutata da questo tentativo di utilizzare la legge per combattere l’avversario politico scomodo. Non dimentichiamo che tale decisione arriva da una Corte molto particolare. Mi riferisco a quella di New York, dove, nei fatti, non ci sono repubblicani. Sono quaranta anni che non ci sono a quelle latitudini. Lì Trump viene considerato come un mostro. Ecco perché non mi meraviglia tutto questo polverone».

Si tratterebbe, dunque, di un assist per battere Joe Biden?
«Assolutamente! A livello tecnico, Trump potrà continuare, senza alcun problema, il suo tour per gli Stati Uniti. Adesso non sarà più il carnefice, ma la vittima».

 



Non le sembra di rivivere in un certo senso il caso Berlusconi?
«Il paragone non regge. Silvio Berlusconi aveva a che fare con la giustizia italiana, dove si possono rimandare i processi per venti anni. Se ti rubano l’asino e aspetti i tempi dei vostri tribunali sarà morto fino a quando ti sarà restituito. Stiamo parlando, poi, di un sistema perlopiù politicizzato, dove non c’è nessuna autorità. È tutto arbitrario. Basta vedere cosa è successo a qualche amministratore di qualche grande partecipata, che è riuscito a frodare lo Stato, senza che nessuno gli dicesse niente. La giustizia italiana, oltre a essere lentissima, non è giusta».

È differente, invece, quella americana?
«Il problema negli Usa sono le giurie, che possono fare quello che vogliono. Per anni ai bianchi che uccidevano le persone di colore gli è stato dato un gelato. Non lo dimentichiamo. Differente, invece, il comportamento del giudice, che segue pedissequamente le regole».

Se il tycoon, però, sarà eletto prima del verdetto dei magistrati?
«Facile. Resterà in carica fino alla sua presidenza. Ci sono degli strumenti che glielo consentono. Il fatto che l’hanno trovato colpevole su tutto all’apparenza può sembrare un controsenso, ma nei fatti lo aiuterà politicamente e gli farà riacquistare la fiducia degli americani. Essendo alcune delle accuse molto deboli, è venuta fuori una chiara regia. Perché la Corte ha deciso di condannarlo su tutto e il contrario di tutto? Si è messa fuori gioco da sola. Nessuno la prenderà sul serio. Si può sbagliare per un qualsiasi cavillo, ma non per 34 capi d’imputazione».

 



I democratici, intanto, si dicono rafforzati da questo verdetto. È d’accordo?
«Possono celebrare quanto vogliono, ma questo processo ha reso solo più sicuro il fronte repubblicano».

Qualcuno vocifera che tra i consiglieri di Trump potrebbe esserci un tale Elon Musk. Sono solo indiscrezioni giornalistiche?
«Al momento non c’è un’amministrazione Trump, così come non ci sono consiglieri. Quando ci sarà, vedremo cosa succederà e quali saranno gli uomini e le donne che saranno scelti».

Nonostante dietro questo scandalo c’è un’ex pornostar, la famiglia di Trump si stringe intorno. Perché?
«Non lo difende la famiglia. Lo difendono gli americani, che da oggi hanno una buona causa».

 

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