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Antinori festeggia i 50 anni di Tignanello, la "fuga" sul Ponte Vecchio: l'aneddoto memorabile

Un legame unico, indissolubile, lungo 700, interminabili anni. Il casato Antinori e la Toscana sono un binomio tra i più vincenti del nostro Paese. Una storia di 26 generazioni, festeggiata ieri in occasione del compleanno di uno dei vini più iconici del panorama italiano, il Tignanello. Un rosso nato da una selezione di Sangiovese e Cabernet proveniente dall’omonimo vigneto situato nel cuore del Chianti Classico, a metà strada tra Firenze e Siena, su un terreno di 57 ettari esposto a sud-ovest. Un appuntamento celebrato con una meravigliosa festa, tenutasi a Palazzo Antinori, con la presenza di Sting e la moglie Trudie, Gianna Nannini e l’attrice che la interpreta in Sei nell’anima, Letizia Toni. Presenti manager ed imprenditori tra i più grandi a livello internazionale, da Ferrari a Rolex, passando da Ferragamo e senza dimenticare il gotha della stampa italiana.

Piero Antinori, 85 anni, ha da sempre un rapporto speciale anche con il mondo dell'arte. E così ha deciso di partecipare, insieme al Comune di Firenze, al restauro di uno dei suoi luoghi del cuore, il Ponte Vecchio. I lavori interesseranno il restauro dei materiali originari di tutti gli elementi presenti quali armille, prospetti, arcate, pile, spalle, muri d’ala, pavimentazione e i parapetti nelle due piazzette centrali, al fine di garantire la loro conservazione nel tempo. Contestualmente, saranno realizzate le opere necessarie al miglioramento della gestione delle acque meteoriche. La pavimentazione è programmata nel periodo ottobre/novembre 2024, i lavori sulle pile e sulle spalle del ponte sono previsti nel periodo estivo 2025, mentre quelli relativi ai prospetti sono previsti nell’estate 2026. L’importo complessivo dell’intervento è di 2 milioni di euro.

“C'è un legame tra il Tignanello e il Ponte Vecchio – ha raccontato il marchese Piero Antinori - Questi due elementi rappresentati i primi due ricordi della mia vita. E come il primo amore, non si scordano mai. Quando vado sul Ponte Vecchio rivivo questa esperienza che feci alla fine della guerra, passando proprio da quell'angolo del centro di Firenze. Tutti gli altri ponti erano stati bombardati e distrutti. L'unico rimasto intatto a Firenze era proprio il Ponte Vecchio e tutta la città lo usava per spostarsi da un lato all'altro dell'Arno. Ero con la mia famiglia a Firenze e dovevamo venire a Tignanello. E dovevamo quindi attraversare il ponte. C'era un caos indescrivibile. Io, che all'epoca avevo cinque anni, ero aggrappato alla mano di mia madre e avevo paura di essere travolto, di essere abbandonato. Dall'altra parte c'era un calesse col cavallo, che ci portò, finalmente, a Tignanello” (Christian Campigli). 

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