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Saviano frigna eppure torna in Rai. Ma per Facci resiste la "scomunica" sinistra

Malombra
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Il fiume di lacrime profuso in questi giorni per l'esclusione di Roberto Saviano dal Buchmesse arriva qualche giorno dopo la notizia – ribadita dal Tempo– secondo cui lo scrittore tornerà in Rai a settembre con il suo programma Insider – Faccia a faccia con il crimine. Notizia che aveva appena posto fine a un altro lungo piagnisteo da parte dell'autore di Gomorra, stigmatizzato anche da Marco Travaglio e soprattutto da Selvaggia Lucarelli, secondo la quale Saviano soffre di «una evidente sindrome di accerchiamento» e di «autocompiacimento vittimistico». La giornalista e scrittrice aggiungeva altresì che lo scrittore «può contare sul supporto della politica e dei media mainstream, una possibilità che altri scrittori e giornalisti non hanno». Una possibilità che senz'altro non ha avuto il collega Filippo Facci, vittima di un'autentica damnatio memoriae dopo aver pubblicato su Libero, nel luglio 2023, un articolo che offendeva la ragazza che accusò di stupro Leonardo La Russa, figlio del presidente del Senato.

 

 

Per quel motivo, Facci – che definì in seguito il suo «un errore stilistico, un fallimento professionale» malgrado «chiunque abbia letto l’articolo intera- • mente ha convenuto che fosse equilibrato ed equanime» – si vide cancellare preventivamente e tout court il programma I Facci Vostri, già annunciato per il daytime di Rai2. E non finisce qui. Da allora Facci è del tutto svanito dai programmi della tv pubblica anche solo in veste di ospite o opinionista. Da quel luglio 2023 nel quale finì in un tritacarne mediatico e nel mirino della Sinistra in blocco, il giornalista non è mai più stato interpellato per spiegare il suo punto di vista sulla vicenda che lo ha coinvolto l'estate scorsa. Filippo Facci è inesorabilmente scomparso dalla scena mediatica e dalla Rai, ma ciò nonostante non l'abbiamo visto frignare o gridare alla censura in ogni dove, né abbiamo assistito ad attestati di solidarietà da parte di colleghi. A differenza di Saviano, che definì "bastardi" Giorgia Meloni e Matteo Salvini, e che a settembre tornerà sulla Terza Rete. E poi la chiamano TeleMeloni. 

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