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Roberto Saviano, non si può fare un festival senza invitarlo: polemica sulla Buchmesse

Pietro De Leo
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Ma che paura, che tremori! La libertà in Italia è in pericolo, signora mia. Che sia stato chiuso sine die il Parlamento? Che torme di funzionari statali stiano facendo irruzione nelle redazioni dei giornali critici sul governo, apponendo sigilli all’ingresso, un po’ come accade a Hong Kong? No, nient’affatto. La democrazia italiana è in pericolo perché Roberto Saviano non è presente nella lista di scrittori che l’Italia, ospite d’onore, porterà alla Buchmesse di Francoforte.

L’assenza dell’autore di Gomorra, ben noto peri suoi «corpo a corpo» verbali con il governo di centrodestra, ha suscitato ovviamente delle polemiche. In conferenza stampa, un giornalista tedesco ha chiesto a Mauro Mazza, commissario del governo, per quale motivo fosse proprio quello scrittore non fosse compreso. Saviano manca, dice il cronista, «forse perché è troppo critico verso il governo "neofascista"?». Mazza risponde che quell’assenza è dovuta al fatto che «da un lato, abbiamo voluto dare voce a chi finora non l’ha avuta.

Dall’altro, tra i criteri che ci hanno ispirato, c’è stato anche quello di scegliere autori le cui opere fossero completamente originali, quindi si è fatto questo tipo di scelta». Il Pd si aggancia fulmineo alla questione e ne fa punto politico. «Il commissario Mazza si arrampica sugli specchi per motivare l’esclusione di Saviano dalla Buchmesse. Parla di voler valorizzare nuove voci mentre il programma è ricco di tanti autorevoli autori già affermati. Sembrerebbe un’esclusione a tutti gli effetti e chissà se il commissario Mazza è stato più realista del re o abbia invece assecondato gli ordini del ministro Sangiuliano, che Saviano lo ha portato a processo e che non perde occasione per denigrarlo», dice Irene Manzi, capogruppo dem in Commissione Cultura.

 

Il deputato Filippo Sensi invita velatamente gli altri autori invitati all’ammutinamento: «Via Saviano dalla Buchmesse. Mi chiedo adesso che ci facciano lì gli altri scrittori italiani, dopo questa decisione che ha esattamente quel sapore, quel significato». Enrico Letta è lapidario: «Io sto con Saviano». Si inserisce poi nella tenzone il direttore della Fiera, Jergen Boos. Da un lato sembra tirare un assist alle proteste: «La Frankfurter Buchmesse è sinonimo di libertà di parola e di diversità di opinioni e prospettive. È quindi di grande importanza per noi che autori come Roberto Saviano siano presenti alla nostra fiera del libro in ottobre e che la sua casa editrice tedesca Hanser lo porti a Francoforte».

Saviano, infatti sarà presente lo stesso, su iniziativa della sua casa editrice. Però poi Boos aggiunge: «Alla Buchmesse lo spazio dell'Agorà è previsto proprio perché ci possano essere delle discussioni, come sempre. Alla fiera ci saranno altri autori, come Carlo Rovelli ad esempio, che è stato critico nei confronti del governo italiano. La varietà è garantita».

Il punto è proprio questo: nella lista di autori italiani, oltre a Carlo Rovelli, ci sono nomi come Gianrico Carofiglio, Maurizio De Giovanni, Chiara Valerio. Mai teneri con il governo Meloni. Valerio, peraltro, è ritenuta una sorta di intellettuale di riferimento del Pd di Elly Schlein. Chissà come dovranno sentirsi, in queste ore, mentre a sinistra l’unico antigovernativo considerato degno di attenzione è Saviano.

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