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Dimartedì, Celestini vede nero pure a Caivano, Bocchino: "Ma dove sta 'sto fascismo?"

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A Dimartedì, il programma di Giovanni Floris su La7, parte l'attacco a Giorgia Meloni che oggi era a Caivano per la riqualificazione del quartiere campano che era diventato il simbolo delle aree più degradate del Paese. A tenere banco il famoso "saluto" della premier al governatore campano: "Presidente De Luca, la stro**a della Meloni, come sta?", che ha lasciando a bocca aperta l'esponente del Pd. Tra gli ospiti della puntata di martedì 28 maggio c'è Ascanio Celestini, attore e autore teatrale, paladino della sinistra militante. "La Meloni stava Caivano ma oggi sappiamo dove sarebbero dovuti stare i rappresentante delle istituzioni", afferma Celestini, "a Brescia a piazza della Loggia dove 50 anni fa c'è stata una strage fascista". 

 

Il teorema è sempre lo stesso: "C'è un pezzo di paese e purtroppo delle istituzioni che non ha mai digerito la fine del fascismo", attacca Celestini, che attacca "figli e nipotini dei fascisti in democrazia come diceva Almirante". La parola passa a Italo Bocchino, direttore e ditoriale del Secolo d'Italia, che risponde all'attore: "Si attacca al fascismo perché la sinistra non ha un programma elettorale o un leader politico". "Ma dove sta 'sto fascismo? - attacca l'ex parlamentare - il problema oggi è che c'è un governo di destra conservatore che non vi piace ma avete perso le elezioni", sentenzia. 

 

Su Caivano, Bocchino commenta che "Meloni ha fatto una cosa eccezionale, laddove c'era una discarica al posto di un centro sportivo dove si violentavano ragazzine, ha riportato la legalità, lo Stato". Sulla "str**za" quella della premier "è una risposta di grande comunicazione nei confronti di chi si era si era comportato in maniera volgare nei confronti del Presidente del Consiglio". E "finalmente abbiamo visto De Luca impietrito"; conclude Bocchino. 

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