Alessia Pifferi e il digiuno, la staffilata di Feltri: "Diana divorava brandelli di cuscino"
Alessia Pifferi avrebbe concluso lo sciopero della fame in carcere a Milano. Quarto Grado, il programma di Rete 4, ha riportato alcune relazioni interne del penitenziario di San Vittore, dove è detenuta la 38enne condannata all'ergastolo per l'omicidio volontario pluriaggravato della figlia Diana, morta di stenti dopo 6 giorni sola in casa nel luglio 2022. Secondo i documenti, la donna avrebbe fatto richiesta per un'ora di palestra al giorno e, dopo il via libera da parte dell'istituto di pena, il 23 maggio avrebbe ripreso a nutrirsi per potersi sostenere nell'attività fisica. Il caso è finito al centro dell'editoriale di Vittorio Feltri pubblicato su Il Giornale. "Sono certo che la signora Pifferi, la quale è attualmente in sciopero della fame, non deperirà, dato che è in carne e in salute, né morirà di stenti, cose che invece – lo ricordiamo – sono accadute a Diana a causa di Pifferi stessa", ha scritto il direttore editoriale del quotidiano.
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"Diana divorava brandelli di cuscino e del suo stesso pannolino sporco perché terribilmente affamata. Diana non aveva scelto il digiuno. Sua madre glielo aveva imposto. Quindi che questa medesima signora oggi deliberi per se stessa l’astinenza dal cibo, potendo in qualsiasi momento interromperla sua sponte, sinceramente non mi fa specie", ha continuato Feltri, riallacciandosi all'iniziale decisione della donna di digiunare. E ancora: "Nella sua visione distorta delle cose, ella si illude di salvarsi dalla galera facendo i capricci, di porre rimedio ai suoi delitti, di farsi perdonare, o di suscitare pena facendosi per questo assolvere dalla gente e dai giudici. Poi la staffilata del direttore editoriale de Il Giornale: "So che è orribile dirlo ma che Alessia Pifferi vada in branda a stomaco vuoto non frega un cavolo a nessuno. Come a lei non fregava che la figlia fosse nella culla, diventata la sua tomba, a stomaco brontolante per giorni e giorni".