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Vittorio Feltri smonta la sinistra su Toti: "Non è emerso nulla", il caso dimissioni

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Quasi nove ore davanti ai pm, in cui Giovanni Toti "si è difeso spiegando tutti i fatti che gli venivano contestati"; ha detto Stefano Savi, avvocato del governatore della Liguria, entrando oggi in tribunale. "L’interrogatorio è fluito molto intensamente, ma anche senza asperità", ha commentato il legale che chiarisce: "Il problema delle dimissioni è un tema politico che non sta a me affrontare. L’unica cosa che ha sempre detto Toti è che è una decisione che non può prendere lui sulla base solo del suo interesse personale ma deve essere presa sulla base di un confronto con la parte politica". Se ne parla anche nella puntata di venerdì 24 maggio de L'aria che tira, su La7, in cui tra gli ospiti di Francesco Magnani - che sostituisce David Parenzo - c'è Vittorio Feltri. Il direttore editoriale del Giornale fa notare che da quanto emerso dagli atti "non risulta alcun arricchimento personale di Totti per cui non si giustifica l'arresto".

 

Nel merito delle accuse, la vicenda "è impossibile da affrontare perché non conosciamo le carte - argomenta Feltri - pertanto è un'impresa quasi velleitaria quello di capire se si deve dimettere o no perché finora non è emerso nulla che riguardi la disonestà eventuale di Toti". Insomma, "siamo disarmati, dobbiamo aspettare l'evoluzione delle cose".

 

I ragionamenti di Feltri sono in evidente contrasto con quelli dei commentatori di sinistra che reclamano a gran voce le dimissioni del governatore ligure, chiamando in causa la premier Giorgia Meloni che a loro dire dovrebbe pretenderle. "Non posso suggerire nulla alla Meloni - commenta Feltri - neanche suggerire che tipo di atteggiamento dovrebbe tenere. Io rimango legato al fatto che finora su Toti non è stato dimostrato niente e non c'è stato interesse personale, quindi io riesco a capire come si possa accusare uno di disonestà se non si è messo in tasca neanche 5 lire". 

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