EPPURE PROTESTANO
Altro che Telemeloni, in Rai è sempre più sinistra “chiagni e fotti”. E torna pure Saviano
Chissà cosa penserebbe il compianto Sergio Saviane della «mistica del lamento» che si officia quotidianamente in certi programmi televisivi e sui giornali di Sinistra circa le presunte censure di "Telemeloni". Prendiamo per esempio il programma Chesarà, condotto da Serena Bortone nel fine settimana con ascolti non certo entusiasmanti, per usare un eufemismo. Assurta a "Dolores Ibárruri 2.0" dopo il maldestro affaire Scurati ridimensionato anche dal Fatto Quotidiano, la Serena pasionaria ha invitato domenica scorsa in trasmissione gli scrittori Gianrico Carofiglio e Maurizio de Giovanni per criticare l’intervento di Meloni alla convention di Vox e le gaffe del ministro Lollobrigida. Uno straniero che leggesse i reportage dall’Italia penserebbe che – dopo tale vilipendio al regime – Carofiglio e de Giovanni fossero dunque pronti a fare armi e bagagli per il confino. E invece quella stessa sera su Rai3 il fascinoso ex magistrato partiva con la terza edizione del suo programma Dilemmi, mentre de Giovanni è reduce dalla trasmissione La biblioteca dei sentimenti, in onda sempre su Rai3 nel pomeriggio. Progetto varato e voluto proprio dal vituperato assetto Rai meloniano.
Il giorno precedente, su La7 da Massimo Gramellini, ecco invece lamentarsi del regime di Giorgia l’augusto Corrado Augias, che tuttavia – lungi dall’essere bandito dalla tv pubblica – presenta ogni giorno sulla Terza Rete Rai in fascia preserale il programma La storia della musica. Un’altra osannata paladina della resistenza antimeloniana, Geppi Cucciari, ha appena terminato un’altra stagione di Splendida Cornice su Rai3 e continua a condurre Un giorno da pecora su Rai Radio Uno.
Su Rai3 torna a settembre, come Gina Lollobrigida, anche Roberto Saviano. E addirittura in prima serata, con il suo programma Insider – Dentro la verità. Il sedicente "censurato" Saviano è stato strapazzato perfino da Selvaggia Lucarelli, non esattamente una fan dell’attuale governo, la quale gli ha rimproverato l’onnipresenza in video ricordandogli che non tutti gli scrittori o i giornalisti possono, come lui stesso ha dichiarato, permettersi di alzare il telefono e interloquire con il direttore generale Rai (il meloniano Giampaolo Rossi). «E non so quanti lo farebbero» ha svelenato poi Selvaggia, «se quel direttore generale fosse un fedelissimo del loro più acerrimo nemico politico». Ma fateci capire, il vittimismo «chiagni e fotti» non era di Destra?