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Tagadà, l'affondo di Claudio Borghi: "Dovrebbero arrestare tutta Italia"

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Caso Toti, se ne parla nella puntata di Tagadà del 23 maggio. In collegamento c'è Claudio Borghi, senatore leghista, che punta il dito contro i colpevolisti. Borghi mette in evidenza che Toti sarebbe accusato di nulla visto che la pratica di ricevere contributi da imprenditori privati sarebbe molto diffusa. A cominciare da Soros e il Pd.    

 

 

 

 "In passato abbiamo sempre attuato la regola della dimissione prudenziale. Ne fu vittima una persona di specchiata onestà come Edoardo Rixi che era sotto accusa per i famigerati scontrini all'interno del consiglio regionale. Era viceministro dei Trasporti nel primo governo Conte e si dimise. Poi, però, risultò innocente. È stata una cosa giusta far dimettere una persona valida per un'indagine basata sul nulla? Secondo me no. Da Toti mi separa un oceano ma se la principale accusa che gli viene mossa sono i contributi dichiarati da parte di un privato allora bisogna arrestare tutta Italia. Non io perché ho sempre rifiutato qualunque tipo di contributo. Ma quando Soros paga un milione lo fa perché prendano decisioni contrarie al suo interesse?" 

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