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Bruno Vespa, perché non è il figlio di Mussolini: "Gli somiglio ma..."

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Una carriera lunghissima, il traguardo di un compleanno "tondo": Bruno Vespa in occasione dei suoi 80 anni concede una lunga intervista a Tommaso Labate sul Corriere della sera. Nella quale racconta anche qualche gustoso aneddoto, come quando "nel 1992, da direttore del Tg1, fui il primo a dare la notizia dell’avviso di garanzia a Craxi. La notizia era nell’aria, lo chiamai per chiedergli una conferma, lui iniziò a urlare al telefono che era una mascalzonata. Gli risposi, bluffando, che stava per scriverlo l’Ansa. Poco dopo richiama: “L’Ansa non scrive nulla!”. Tg3 e Tg2 tacquero. Diedi la notizia e l’Ansa mi venne dietro, citando il Tg1. Per fortuna la notizia era vera", racconta il giornalista che conduce su Rai1 Porta a porta, la "terza Camera del Parlamento", e il giornaliero Cinque minuti. 

Sulle sue convinzioni politiche, Vespa afferma: "Sono un moderato. E se mi chiede che cosa s’intende per moderato le rispondo che sono decenni che mio figlio Alessandro ogni volta mi chiede per chi ho votato. Non l’ha mai scoperto". E smonta la voce per cui sarebbe una sorta di "consulente occulto" di Giorgia Meloni per la comunicazione: "È ridicolo anche solo pensarlo".

 

I ricordi familiari conducono il colloquio su un'altra voce, quella secondo la quale Vespa sarebbe un figlio segreto di Benito Mussolini. La detenzione del Duce a Campo Imperatore "alimenta ancora oggi la storia secondo cui lei è figlio del Duce, Vespa", chiede Labate. L'intervistato spiega che "non tornano i conti. Mia madre andò a insegnare ad Assergi, ultimo paese prima della funivia per Campo Imperatore, dove avevano mandato Mussolini, solo nel 1949. Quando 'papà' (il riferimento ironico è accompagnato da un sorriso, ndr) era già morto da qualche anno". Tuttavia Vespa spiega di non essere mai stato infastidito dalla diceria: "Anzi, mi fa sorridere". Ma come e dove nasce la voce? "Dove non saprei. Come boh, forse perché somiglio un po’ a Mussolini". 

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