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Scurati, il caso era solo speculazione. La presidente Rai Soldi: “Nessuna censura”

Gabriele Imperiale
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Nessun intento censorio dai vertici aziendali. Per il presidente della Rai, Marinella Soldi, cala il sipario sulla vicenda Scurati. Durante l’audizione in Commissione di Vigilanza, Soldi spegne le polemiche e i presunti retroscena sulla partecipazione dello scrittore alla trasmissione “Che sarà” di Serena Bortone. Prosciolti da ogni accusa quindi i vertici Rai, anche se durante la sua deposizione, il presidente Rai ha parlato della presenza di “azioni anomale” e “comportamenti non usuali, avvenuti da un certo momento in poi” da parte della direzione Approfondimenti. La testimonianza di Soldi, ricostruita da Alba Romano su Open, è entrata nel dettaglio del caso Scurati e ha dato ragione alla versione fornita alla Commissione di Vigilanza il 9 maggio dall’amministratore delegato, Roberto Sergio, in cui aveva anche annunciato il procedimento disciplinare aperto nei confronti di Bortone. 

 

 

“E’ nella sostanza corretta, ma l’audit restituisce un’immagine della vicenda più complessa di come è stata raccontata – spiega il presidente – con disallineamenti operativi e di comunicazione all’interno della direzione editoriale competente legati a una timeline degli eventi molto precisa ed è questo che mi ha indotto a una presa di posizione pubblica”. Le tempistiche delle azioni legate al caso Scurati e i suoi strascichi disciplinari sarebbero per Soldi un elemento chiave per valutare la vicenda e le definisce “importanti”. Sulla questione il presidente Rai sottolinea: “La violazione della policy aziendale da parte della conduttrice era nota da subito – spiega – e avrebbe potuto essere contestata nell’immediatezza, ma una volta che era già disponibile un report di audit in bozza che evidenziava incongruenze sarebbe stato preferibile adottare un approccio unitario e affrontare in un unico contesto tutte le criticità emerse dal rapporto di audit. È un tema di opportunità”. Tempistiche e modalità che, secondo Soldi, hanno portato un danno reputazionale all’azienda: “Si doveva agire in maniera unitaria - ha detto il presidente – la policy aziendale è chiara, in ogni caso c’è stato un danno alla Rai anche da come è stata gestita da un punto di vista sostanziale e di comunicazione di questa vicenda”. 

 

 

Immediate le reazioni delle forze politiche all’audizione. Per i parlamentari del Partito Democratico, componenti della commissione di vigilanza Rai, Soldi avrebbe “perso un’occasione per dimostrare alla commissione di aver svolto il proprio incarico con equilibrio e garanzia; adesso non si stupisca se in tanti si stanno domandando quali pressioni ha ricevuto in queste settimane, da chi e per quali ragioni?”. E, si legge ancora nella nota diffusa, “Dopo aver accusato pubblicamente Rossi e Sergio per la gestione del caso Scurati. La presidente ha oggi ritrattato completamente la sua versione”. Diverso il giudizio invece di quelli della maggioranza. I componenti di Fratelli d’Italia della Commissione esultano ritenendo la vicenda Scurati chiusa. “A mettere la pietra tombale sulle polemiche del Pd è stata la presidente Soldi, la cui audizione peraltro era stata chiesta a gran voce proprio dal partito di Elly Schlein – scrivono i parlamentari – La presidente ha dichiarato in più occasioni che non c’è stata censura, una doccia fredda per la sinistra che invece sperava di continuare a speculare su una polemica evidentemente montata ad arte. Ormai sono stati palesemente smascherati”.

 

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