dopo l'incidente
Quarta Repubblica, la verità di Tajani: "Raisi su un elicottero medievale"
«Parlai un’ora con Raisi prima dell’attacco a Israele. Tentati di dissuaderlo, ma non ci diedero molto retta. Gli parlai anche degli attacchi degli Houthi alle nostre navi mercantili». Lo rende noto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Sui sospetti di un attacco all’elicottero di Raisi, Tajani sottolinea che gli stessi iraniani non hanno avallato la pista dell’attentato. «Quello di Raisi era un elicottero medievale acquistato ai tempi dello scià». Il ministro degli Esteri condanna anche la decisione della Corte internazionale di giustizia di chiedere l'arresto di Hamas e del premier israeliano Benjamin Netanyahu: «Trovo inaccettabile che si possa equiparare uno governo democraticamente eletto con una organizzazione terroristica che ha organizzato un attacco che neanche i nazisti avevano commesso». Poi la stoccata sulle elezioni «È esplosa una violenza verbale e non, da parte di estremisti di sinistra, che utilizzano la vicenda di Gaza per impedire di parlare - attacca Tajani - Nel caso della Bernini non era una manifestazione su Israele ma di campagna elettorale. Si può contestare, ma non si possono impedire manifestazioni elettorali».
Infine la riforma della giustizia: «Oltre alla riforma del premierato e quella sull’autonomia» la terza priorità per il governo «è la separazione delle carriere», ha detto a Quarta Repubblica il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani. «Noi non siamo contro i magistrati», ha puntualizzato il segretario azzurro, «la separazione delle carriere esalta il ruolo del giudice terzo. Probabilmente nel Cdm del 29 maggio porteremo a compimento il sogno di Berlusconi».