impero crollato
Chiara Ferragni, nel libro di Lucarelli la testimonianza dell'ex dipendente: "Ero incinta e..."
L'intricata vicenda del pandoro gate e della beneficenza ha fatto crollare l'impero di Chiara Ferragni. Ora l'influencer, oltre a dover fare i conti con una reputazione tutta da ricostruire, deve anche ricucire lo strappo della fine della storia d'amore con Fedez. L'attenzione sulla vicenda scatenante resta alta e Selvaggia Lucarelli, che dal primo momento ha fatto le pulci al modo di comunicare dell'imprenditrice digitale, ha scritto un libro per narrare l'ascesa e la caduta della coppia più seguita e più divisiva del web. A mettere in risalto un capitolo della pubblicazione in cui la giornalista riporta le testimonianze dei dipendenti di TBS Crew (l'azienda di cui Ferragni è fondatrice e amministratrice delegata) è stata la collega Charlotte Matteini.
Attraverso un video pubblicato sui social, la giornalista ha cercato di raccontare a tutti l'incongruenza tra il femminismo professato da Chiara Ferragni e le dichiarazioni delle ragazze e delle donne che hanno lavorato per lei. Con il libro in mano, Matteini ha spiegato: "Mi è arrivato il libro di Selvaggia Lucarelli e c'è un capitolo dedicato alle testimonianze degli ex dipendenti. Ce n'è una particolarmente eloquente". La ragazza in questione, per questioni di privacy, è stata chiamata Giulia. "Giulia è entrata in stage e ha lavorato per il sito di TBS dal 2019 al 2022. È evidente che Ferragni della gestione delle sue società non sapeva nulla. La società veniva gestita in tutto e per tutto da Fabio Maria Damato, il suo braccio destro, e dal team aziendale", ha ricordato.
"Non sapeva neanche i nomi dei suoi dipendenti, ma i contratti li firmava lei", ha riportato di Ferragni. Poi la giornalista ha letto la testimonianza: "I dipendenti guadagnavano poco. Per un anno Giulia ha guadagnato 300 euro al mese e lavorava 8 ore al giorno, extra ed eventi compresi. Lo stage non era formativo, ma lei lavorava e basta. Allo scadere dell'anno, a Giulia le viene proposto un contratto di collaborazione a 1500 euro al mese. Giulia racconta che aveva gli obblighi di una dipendente ma non le tutele. Si tratta di una finta partita Iva. A due mesi dal parto, Damato ha iniziato a darle dei compiti fuori dalle sue mansioni". "Arriva la grande proposta. L'assunzione come manager editoriale del sito a 1600 euro al mese ma senza rimborso spese. Lei chiede del tempo, ma dopo 12 ore la proposta viene ritirata", ha continuato. Matteini legge il passaggio del libro: "Fabio mi disse che in quelle condizioni dove pensavo di andare: 'Hai anche appena partito, dove pensi di andare'".